Assisteremo negli Stati Uniti a un sussulto improvviso e a una vera mobilitazione contro le armi da fuoco e la lobby della NRA?
(Laurence Nardon) Negli Stati Uniti il diritto di possedere armi, sancito dal secondo emendamento, era inizialmente una questione di liberazione dei coloni dal dominio britannico. Una volta conquistato e urbanizzato il territorio, nel 20.esimo secolo alcuni episodi di disordine e di violenza hanno indotto il Congresso ad adottare leggi volte a limitare il porto d’armi: negli anni Trenta, dopo i crimini commessi da gangster e mafie durante il proibizionismo; negli anni Sessanta, dopo gli assassinii di John F. Kennedy e di Martin Luther King; negli anni Novanta, dopo l’attentato a Ronald Reagan. Il massacro avvenuto in un liceo di Parkland lo scorso 14 febbraio potrà inaugurare un nuovo periodo di restrizioni?
Una lobby potente
La lobby delle armi da fuoco, la National Rifle Association (NRA), creata nel 1871 per addestrare i cacciatori della domenica nell’uso dei loro fucili, è divenuta dagli anni Settanta uno dei vettori del conservatorismo più rigido. Si oppone a qualsiasi misura restrittiva, che si tratti di controllare i precedenti degli acquirenti, di regolamentare la vendita online, alle fiere o fra Stati o di vietare i fucili d’assalto e le armi automatiche. La NRA finanzia quasi tutti i deputati repubblicani al Congresso, assicurandosi la loro ubbidienza alle sue ingiunzioni.
Armare tutti
Al massacro di Parkland, la NRA reagisce allo stesso modo in cui reagì al massacro alla scuola elementare Sandy Hook nel 2012: non bisogna armare meno le persone, bisogna armare tutti, compresi e soprattutto gli insegnanti. La lobby delle armi vagheggia un Paese in cui i cittadini non hanno delegato alla forza pubblica l’incarico di proteggerli e restano individualmente responsabili di questa missione, con tutte le derive che ciò comporta.
Questa volta, però, liceali e studenti hanno preso in mano la questione e stanno organizzando una manifestazione nazionale per il 24 marzo, la “Marcia per le nostre vite”. Il presidente Donald Trump ha rilasciato dichiarazioni contraddittorie sulla questione, che riflettono probabilmente quelle dei suoi vari consiglieri. Tutto dipenderà dall’atteggiamento dei membri del Congresso, stretti tra una lobby inesorabile ed elettori i cui figli sono in pericolo nelle loro scuole. (da Réforme; trad. it. G. M. Schmitt)
March For Our Lives (Marcia per le nostre vite)
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