Sri Lanka, gitano cristiano: Con la fede in Dio, voglio fermare la discriminazione

SRI_LANKA_(f)_1127_-_Storia_fede_gipsydi Melani Manel Perera
Shanthakumara ha 21 anni, è sposato e vive nella comunità stanziale di Kudagama. Grazie a una grande forza di volontà e al suo amore per Cristo, ha studiato e ha aperto un negozio con cui dà lavoro ad altri giovani. Il suo obiettivo è aiutare gli altri gitani a emanciparsi “senza perdere la nostra cultura e le nostre tradizioni”. 

Colombo (AsiaNews) – Cambiare un sistema sociale che discrimina la comunità gitana, aiutandola a crescere insieme al resto del Paese, senza sacrificarne la cultura e i valori tradizionali. È l’obiettivo di Erannaage Shanthakumara Jayarathna, 21enne cristiano membro di questa minoranza etnica. Il ragazzo vive a Kudagama, un villaggio gitano del distretto di Anuradhapura (Northern Central Province), abitato da 300 famiglie. Gli abitanti sono quasi tutti cristiani, membri – come il giovane – della Assembly of God Church.

Nonostante la giovane età, Shanthakumara è già sposato, con una coetanea della sua stessa comunità. Come da tradizione, il giorno del matrimonio la coppia ha ricevuto in dono un cane da caccia, un serpente con la sua scatola, una scimmia e un asino. Ogni regalo ha un significato – e un uso – ben preciso: poiché i gitani sono un popolo nomade, il cane serve per protezione e per procacciarsi il cibo; il serpente e la scimmia sono protagonisti di spettacoli di magia e danza, e fanno guadagnare soldi; l’asino è il mezzo di trasporto per eccellenza.

“Nella mia famiglia – spiega – la preghiera è molto importante e ci dedichiamo a essa almeno un’ora al giorno”. Nel suo villaggio, Shanthakumara è uno dei pochi ragazzi ad aver studiato: “Dopo essere andato a scuola ho seguito un corso da elettricista a Galgamuwa. Lì ho imparato come riparare radio, televisori e altri apparecchi. Intanto, ho frequentato anche lezioni di fotografia”. Con questa preparazione, ha aperto un suo negozio di elettronica, il “S.K. Studio and Electronics”, con il quale mantiene se stesso e dà lavoro ad altri due ragazzi. “Queste grazie e i successi della mia vita… devo tutto alle benedizioni di Dio. Sono davvero felice della mia vita, la mia famiglia e i miei amici. Quello che faccio non è solo per me, ma anche per la nostra comunità”.

Il suo sogno più grande, sottolinea, “è aiutare i giovani come me a costruire le loro vite e affrontare a testa alta la società. In Sri Lanka, la maggioranza singalese ci discrimina dicendo che apparteniamo alla casta più bassa… Quando i nostri genitori si spostano, portando in giro i loro spettacoli di incantatori di serpenti o di scimmie danzanti, vengono sempre insultati. A volte vengono addirittura aggrediti”.

“Voglio cambiare questo triste sistema – afferma Shanthakumara -, ma voglio anche che i nostri genitori e la comunità proteggano il nostro patrimonio e i nostri valori non come professioni, ma come parte integrante della nostra cultura e della nostra tradizione”.

Il primo nucleo di gitani è giunto in Sri Lanka dal sud dell’India, tant’è che, ancora oggi, la loro lingua ufficiale è il telugu, parlato soprattutto in Andhra Pradesh. Come da tradizione, le prime comunità erano nomadi, anche se negli anni alcuni di loro hanno sono diventati sedentari, creando i villaggi di Kudagama, Andarabedda, Kalawewea, Aligambe e Sirivallipuram.

Fonte: http://www.asianews.it/

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