Mogadiscio – Oltre un milione le persone vivono ancora sparse nei campi profughi somali, tra queste donne e bambini che vivono che quotidianamente corrono gravi rischi di violenze di ogni genere. Costretti a fuggire e abbandonare le rispettive case, a causa del conflitto armato e della siccità, si trovano ora a dover far fronte all’ulteriore trauma di vivere sotto minacce di aggressioni. In un comunicato dell’ong Amnesty International si legge che molte donne vivono in tende di tela e plastica che non offrono alcun tipo di sicurezza. Alcune delle vittime sono giovanissime, tra queste una ragazza di 14 anni violentata di recente in un campo di Mogadiscio mentre si stava riprendendo da una crisi epilettica. Pochi di questi abusi e violenze vengono denunciati alla Polizia, che comunque non avvia né ricerche né procedimenti giudiziari contro i presunti carnefici. Seondo fonti locali, l’incapacità o la mancanza di disponibilità da parte delle autorità somale di indagare su questi reati e portare in tribunale gli autori lascia i sopravvissuti alle violenze sessuali ancora più isolati, e contribuisce ad un clima di impunità. Secondo l’Organizzazione della Nazioni Unite, nel 2012 sono stati registrati almeno 1.700 casi di violenze nei campi profughi della Somalia, dei quali almeno il 70% commessi da uomini armati e vestiti in uniformi del Governo.
Da Agenzia fides
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