L’arresto di una coppia cristiana in Somalia ha suscitato preoccupazione e timore tra i cristiani locali. Alcuni sono anche fuggiti all’estero.
Secondo quanto riportato dall’ONG cristiana Middle East Concern, il 21 settembre scorso la polizia ha perquisito la casa di una coppia locale, genitori di 3 figli, arrestandoli dopo il ritrovamento di materiale esplicitamente cristiano. A loro carico pende una denuncia per “attività sospette”.
Un colonnello della polizia, in occasione di una conferenza stampa tenutasi il 5 ottobre, ha affermato che la coppia è stata arrestata per aver rinnegato l’islam e per aver promosso la fede cristiana.
“Chiunque osi diffondere il cristianesimo in questa regione deve essere pienamente consapevole che non sfuggirà alla polizia e che sarà perseguito per blasfemia”, ha concluso l’ufficiale incoraggiando i cittadini a denunciare i cristiani che condividono la propria fede.
Il Somaliland è uno Stato indipendente del Corno d’Africa, non riconosciuto dalla comunità internazionale, composto dalle province settentrionali della Somalia.
La situazione politica nel territorio è più stabile che nel resto del Paese, dove la milizia islamica di Al Shabaab conta una presenza numerosa. Anche se non risultano esserci gruppi armati in Somaliland, i cristiani vivono sotto la pesante pressione di una società fortemente islamica che vede il cristianesimo come una cattiva influenza straniera.
In tutto il territorio somalo si contano pochissimi cristiani, costretti a mantenere segreta la propria fede. Se i militanti di Al-Shabaab scoprissero un nuovo cristiano è molto probabile che questo verrebbe ucciso all’istante.
Posizionata al 3° posto della nostra World Watch List 2020, il report sulla persecuzione dei cristiani nel mondo, la Somalia resta quindi impantanata in un’incessante guerra civile, nella frammentazione sociale e nella militanza islamica violenta.
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