di Agostino Masdea – “Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli”. Matteo 7:21
Questa frase Gesù la pronuncia in conclusione del sermone sul monte. Se la leggiamo nel suo contesto scopriamo che si sta riferendo ai falsi profeti, falsi cristiani e falsi ministri. Sono loro che diranno: “Signore, Signore, noi abbiamo profetizzato in nome tuo e in nome tuo cacciato demoni e fatto in nome tuo molte opere potenti!”
Dalle loro parole sembra che hanno fatto ogni cosa nella loro vita “nel nome di Cristo”. L’espressione “nel tuo nome” la ripetono per tre volte. Nel tuo nome abbiamo profetizzato, cacciato demoni e fatto miracoli. La storia della chiesa è ricca di falsi profeti e uomini religiosi che hanno infangato il nome del Signore con i loro atti ed i loro misfatti.
Nel nome di Cristo hanno ucciso, hanno compiuto stragi e delitti di ogni genere, perpetrato violenze e crimini indescrivibili. Le crociate, l’inquisizione spagnola, le conquiste e la colonizzazione dei continenti con l’oppressione o l’eliminazione di intere popolazioni, le guerre combattute per biechi interessi umani ma giustificate “nel nome di Cristo” sono fatti che la storia ci riporta.
Oggi nel nome di Cristo si insegnano dottrine di perdizione e si ingannano le anime semplici. Viene predicato quello che Paolo definisce “un altro evangelo”, ma viene predicato sempre nel nome di Cristo. Questi insegnanti non sono atei o miscredenti, ma persone che profetizzano e cacciano demoni apparendo come i migliori fra tutti i cristiani.
Sembra però, dalle parole di Gesù, che non sia importante ciò che diciamo di noi stessi o che gli altri possono dire di noi, ma è importante ciò che Cristo dirà. Neppure è importante se noi affermiamo di conoscerLo, quanto invece è importante che quel giorno sia Lui a riconoscere noi. A chi ha professato un cristianesimo fatto solo di parole infatti dirà: “Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi tutti operatori di iniquità”. Matteo 7:23
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