Per Pasqua si assistono a delle rappresentazioni della crocifissione di Gesù, con persone viventi o con crocifissi di cartone. Dalla finzione alla realtà, faremo un approfondimento sulle sofferenze di Gesù.
C’è chi pensa che le sofferenze fisiche e morali di Gesù non sono state tanto importanti come quelle spirituali con l’essersi caricato di tutti i peccati del mondo.
L’Incarnazione di Gesù però, oltre a quest’ultimo principale obiettivo, era anche quello di immedesimarsi nelle sofferenze e debolezze umane e di sperimentarle in prima persona.
Il Vangelo descrive il grande disprezzo che Gesù subì al posto nostro, per i nostri peccati: “Allora i soldati del governatore portarono Gesù nel pretorio e radunarono attorno a lui tutta la coorte e, spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto; intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra e, inginocchiandosi davanti a lui, lo schernivano, dicendo: “Salve, re dei Giudei!”, e, sputandogli addosso, prendevano la canna e gli percotevano il capo. Dpo averlo schernito, lo spogliarono del manto e lo rivestirono dei suoi abiti; poi lo condussero via per crocifiggerlo” (Matteo 27:27-31).
Quì, la prima cosa che fanno i soldati è di spogliarlo, privandolo di ogni dignità, per aumentarne la vergogna e farne un pubblico spettacolo.
Pensate che solo la “coorte” era formata da circa 500 soldati romani.
Poi, visto che aveva detto di essere il Re dei re, gli misero addosso un manto scarlatto, e una canna nelle mani come scettro, volevano farne una caricatura di re, una satirica, per ridicolizzarlo e ridere.
Ancora prima, quando fu condannato dal sommo sacerdote Caifa, successe che per disprezzo e rabbia furiosa: “Gli sputarono in viso e gli diedero dei pugni e altri lo schiaffeggiarono, dicendo: “Oh Cristo profeta, indovina! Chi ti ha percosso?”” (Matteo 26:67-68).
Vi ricordate di questo gioco, che quando s’indovina chi è stato, va sotto l’altro?
Ma qui, è sempre Gesù a stare sotto!
Vi è capitato mai di essere derisi, presi in giro? Fa male, molto male.
Ma qui stanno ridicolizzando il Re, il Signore del creato e della gloria, “Colui che dà a tutti la vita, il respiro e ogni cosa” (Atti 17:25).
I cesari, dopo una battaglia vinta, usavano corone leggere e profumate di foglie d’alloro.
I papi, portati in spalla con la sedia gestatoria, da 12 principi, mettevano la tiara, una grossa corona di oro e pietre preziose dal peso di 15 chili, ma si guardavano bene di tenerla sul capo, era agganciata sulla sedia, e loro muovevano la testa sotto.
Il primo a rifiutare queste cose fu papa Luciani, uomo molto umile, si sentiva ridicolo ad usarle.
Ma il nostro amato Salvatore, Gesù, non ebbe in terra corone preziose e profumate, ma sempre per schernirlo, una corona di spine.
Inoltre, Dio aveva dato la sapienza all’uomo nell’inventare i chiodi per potere unire due parti di legno o di metallo, non per inchiodare il Suo unico Figlio Gesù al legno.
Un detto recita: “Roba da chiodi”, per condannare parole o azioni cattive, per appendere le scarpe da calcio, i guantoni… al chiodo.
Queste cose, si che sono roba da chiodi, non Gesù!
Egli è degno di essere esaltato al centro del nostro cuore e al di sopra dei cieli.
Le più belle mani mai esistite al mondo, mani che portarono guarigione, conforto, consolazione a molti, non trovarono altro che chiodi; il suo capo, dalla quale mente sono scaturite le più belle prediche, ha trovato spine e il suo cuore, da dove scaturisce l’amore di Dio, trafitto da una lancia.
“Ma uno dei soldati gli forò il costato con una lancia, e subito ne uscì sangue e acqua” (Giovanni 19:34).
“Dio vide, e si dispiacque che non c’era più un uomo, si stupì che nessuno intervenisse; allora il suo braccio gli venne in aiuto, sorreggendolo con la Sua giustizia” (Isaia 59:14-16).
I due principali elementi della vita terrestre sono l’acqua e il sangue: trasparente come la purezza l’acqua e rosso come l’amore il sangue; scorrendo, l’una porta vita al nostro corpo e l’altro al mondo.
Gesù li diede per noi, sia fisicamente che spiritualmente, fino all’ultima goccia, portando vita abbondante, gioiosa, meravigliosa ed eterna.
Non solo, alla resurrezione noi non risorgeremo con tutte le ferite subite in vita, ma avremo un corpo sano e nuovo.
Le uniche ferite visibili saranno quelle di Gesù (Zaccaria 13:6); e tutto questo per me e per te.
Lasciamo perdere le finzioni e i teatrini vari, ma crediamo veramente al vivente Salvatore che ci da Salvezza e certezza della Vita eterna.
Fonte: http://www.incontraregesu.it/
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