SIRIA: A UN ANNO DAL TERREMOTO SI CONTANO LE BENEDIZIONI

È passato un anno dal devastante terremoto che il 6 febbraio 2023 ha colpito Turchia e Siria, particolarmente le città di Aleppo e Latakia (Laodicea). Ma un evento così devastante può portare benedizioni?

Oltre 2.000 appartamenti ristrutturati

Di recente, un membro dello staff di Porte Aperte/Open Doors ha visitato alcune famiglie siriane soccorse dopo il terremoto. Lì, un gradino alla volta, usando un cellulare come torcia, ha percorso le stesse scale che molti siriani hanno utilizzato per mettersi in salvo. Giunto a destinazione, ecco tante famiglie riconoscenti: “non si sono sentite abbandonate, anzi hanno sentito che in molti erano al loro fianco e hanno visto le preghiere esaudirsi. Oggi le loro case sono in uno stato migliore rispetto a prima del terremoto”.

Lo può testimoniare la famiglia di Riad Aziz Bahini, con moglie Maria e i loro due figli Shamiram e Philpos, che vivono al quinto piano di una palazzina in una stradina stretta e buia di Aleppo. Dal cellulare mostrano quanto fosse danneggiata la loro casa dopo il terremoto. L’appartamento si trova all’ultimo piano dell’edificio e le crepe nel soffitto avevano portato ulteriori danni a causa delle infiltrazioni. Il giorno del terremoto, infatti, pioveva a dirotto e l’acqua ha letteralmente inondato l’appartamento. I danni erano ingenti. Sono seguiti mesi difficilissimi per questa famiglia, ma il sostegno dei partner locali di Porte Aperte/Open Doors è stato per loro fondamentale. “Inizialmente, abbiamo trovato rifugio in chiesa: era un posto pacifico, andavamo tutti lì. Ci hanno poi aiutato ad affittare una casa in cui vivere provvisoriamente fornendoci il necessario per affrontare l’inverno, come cibo e carburante per il riscaldamento. Intanto riparavano la nostra casa. Hanno fatto tutto: aggiustato il tetto, le crepe sui muri, le tubature, l’impianto elettrico, hanno perfino ripitturato le pareti. Grazie al vostro aiuto, Dio ci ha confortati! Credo che la Chiesa sia la mano di Dio sulla terra. Il Signore si è servito della Chiesa per aiutaci, per donarci vita e una nuova speranza”.

Sono circa 2000 gli appartamenti ristrutturati nel corso dell’ultimo anno grazie al supporto che Porte Aperte/Open Doors ha fornito ai partner e alle chiese locali.

287 Centri di speranza in Siria

In Medio Oriente, la sopravvivenza della Chiesa è una sfida continua, e il terremoto non ha fatto altro che aggravare una situazione di per sé già molto complessa. Porte Aperte/Open Doors crede fermamente che la Chiesa rimanga un faro di speranza per il Medio Oriente.

Grazie all’aiuto di chi sostiene il nostro lavoro in Siria (287) e in Iraq (150), 437 chiese sono state trasformate in Centri di Speranza. In questi luoghi si aiutano le persone mentre si predica il Vangelo, investendo nelle nuove generazioni, offrendo corsi e attività sportive a bambini e giovani, fornendo borse di studio e micro-prestiti per avviare progetti in grado di generare un reddito per le famiglie, offrendo supporto medico e aiuti per rispondere alle necessità più impellenti.

Subito dopo il terremoto, i Centri di Speranza si sono rivelati rifugi sicuri per migliaia di persone in preda alla disperazione.

E non finisce qui!

Alla conta delle benedizioni potremmo aggiungere ancora un lungo elenco. Come afferma un nostro partner locale impegnato alla ricostruzione delle case: “Un giorno Dio farà ogni cosa nuova. Lui, che non ha mai abbandonato il Suo popolo in Siria, che è stato con loro durante la guerra, la crisi economica e il terremoto. Lui, che ha lavorato attraverso tanti suoi figli in tutto il mondo, permettendo alle chiese di essere le Sue mani e i Suoi piedi nell’aiutare migliaia di cristiani colpiti dal terremoto”

E noi, a un anno dai fatti, vogliamo dire grazieGrazie di cuore a tutti i sostenitori che ci hanno permesso di portare speranza e conforto al popolo siriano. 

https://www.porteaperteitalia.org/siria-a-un-anno-dal-terremoto-si-contano-le-benedizioni/


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