C’è una questione che mi lascia del tutto Interdetto a livello ecclesiastico ed è come per la maggior parte dei cristiani ancora oggi sembra che il peccato più grave per un credente sia il divorzio. Ora i divorziati spesso sembrano essere quella categoria più bersagliata nella Chiesa da tutta quella schiera di “credenti” che io chiamo “super spirituali” che non aspettano altro che accada una situazione del genere a qualche coppia di credenti per poterli giudicare, condannare, criticare, e distruggendoli nello spirito quando si avvicinano a loro con quell’aria da “Gesù in terra”, dicendo la solita frase, la più famosa: “Lo sai che dice la Bibbia ….”,.
Ora, la mia domanda rimane sempre questa: non vi sembra – e parlo alla Chiesa – che si stia esagerando un bel po’, che si stia andando oltre a quello che è l’amore fraterno di Gesù per i peccatori? Voglio dire, c’è una scala di peccato che decide quale peccato sia più grave di un altro?
Quando io dovevo sposarmi, un pastore non mi sposò perché mia moglie era divorziata e sapete cosa mi disse?: “Non posso sposarti devo essere fedele alla denominazione; se vuoi c’è un fratello che ti può dare la benedizione”, come se io avessi bisogno della sua elemosina. Ed è un fatto vero. Poi, vabbè, grazie a Dio festeggiammo un matrimonio da favola.
Ma resta il fatto, oppure chiamatela visione che molti cristiani non vogliono vedere o non riescono a vedere… io m’immagino Gesù, Dio che ci ha preconosciuti prima della fondazione del mondo, che nella Sua onniscienza sapeva che ci sarebbero state queste situazioni nella Sua Chiesa, e sfido chiunque a dire che Gesù mi avrebbe trattato come quel “pastore” citato prima.
Quando Gesù incontrò la samaritana al pozzo, le chiese chi fosse il marito, e quando lei gli disse “non ho marito”, Lui gli disse solo una cosa “in questo hai detto la verità, hai avuto cinque mariti, è quello che hai adesso non è tuo marito; in questo hai detto la verità!” (Giovanni 4:16-18.)
Non la condannò affatto! Anzi, quella donna fu il precursore per l’ingresso di Gesù in Samaria, dove tante persone si convertirono.
Carissimi fratelli e sorelle, non facciamo gli ipocriti e non facciamoci maestri gli uni degli altri, innanzitutto perché la Bibbia dice che “siamo tutti sotto un cielo”, la vita è una ruota, e poi perché è scritto in Romani 3:10/23- “Non c’è nessun giusto, neppure uno…tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio”.
Gettiamo via le maschere da “super spirituali”, Dio apprezza di più!
Perché tutti abbiamo scheletri negli armadi!
Alessio Sibilla
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