Esortarsi ogni giorno a vicenda serve per non indurire i nostri cuori a cadere vittime del peccato, mantenendo così una vita morale secondo gli insegnamenti scritturali e continuando a essere persone che professiamo la fede attraverso le opere. Noi abbiamo cercato rifugio in Dio, afferrandoci saldamente alla speranza che Egli che ci ha offerto gratuitamente per la sua grazia e solo attraverso la nostra fede in Gesù Cristo (Ebrei 3:12,14 “State attenti, fratelli, che talora non vi sia in alcuno di voi un malvagio cuore incredulo, che si allontani dal Dio vivente, ma esortatevi a vicenda ogni giorno, finché si dice: “Oggi”, perché nessuno di voi sia indurito per l’inganno del peccato. Noi infatti siamo divenuti partecipi di Cristo, a condizione che riteniamo ferma fino alla fine la fiducia che avevamo al principio”).
Ogni giorno ci si presentano numerose sfide e difficoltà, siamo soggetti a dover affrontare e sostenere diverse prove che coinvolgono le varie sfere in cui viviamo la nostra quotidianità. Queste sfide, queste difficoltà e queste prove alle quali siamo soggetti tutti i giorni ci mettono sotto pressione ma questo non ci deve scoraggiare, tanto meno farci sentire sprovvisti o indifesi nei loro confronti perché sappiamo che la loro provenienza è da parte del nostro nemico che ci tenta con l’obbiettivo di indebolirci spiritualmente un po’ alla volta perché sappiamo bene che ci vuole distruggere e uccidere, spiritualmente parlando, (Efesini 6:1012 “Del resto fratelli miei, fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza. Rivestitevi dell’intera armatura di Dio per poter rimanere ritti e saldi contro le insidie del diavolo, poiché il nostro combattimento non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potestà, contro i dominatori del mondo di tenebre di questa età, contro gli spiriti malvagi nei luoghi celesti”).
Ogni giorno viviamo sotto stress, schiacciati dal peso di tutte queste difficoltà e le nostre sole energie emotive e spirituali non bastano a combattere lo scoraggiamento ecco perché l’apostolo Paolo ci invita a esortarci a vicenda. Questo esortarsi reciprocamente consiste nel “considerare” cioè nel “tener conto dei bisogni altrui” pensando al bene degli altri prima che al proprio. Per poter incoraggiare un’altra persona bisogna saperne di più sulla sua vita, sulla sua spiritualità, sui suoi punti di forza e di debolezza; tutto questo è possibile se trascorriamo del tempo con lui/lei. Dobbiamo fargli/farle sentire la nostra amicizia e il nostro amore. Solo così siamo veramente in grado e in condizione di esortarci a vicenda come il nostro Signore desidera che noi facciamo.
La causa che veniamo a trovarci in questa condizione è perché noi non apparteniamo a questo mondo ma ne siamo solo pellegrini che viaggiamo in direzione della Gerusalemme celeste che è la patria dei santi (2Corinzi 5:6,8 “Noi dunque abbiamo sempre fiducia e sappiamo che mentre dimoriamo nel corpo, siamo lontani dal Signore. Camminiamo infatti per fede e non per visione. Ma siamo fiduciosi e abbiamo molto più caro di partire dal corpo e andare ad abitare con il Signore”), attraverso questo versetto biblico l’apostolo Paolo ce lo insegna ed anche Agostino d’Ippona pronunciò delle parole simili nel suo “Discorso 346/B : “Finché viviamo nel corpo, siamo pellegrini, lontano dal Signore. E poiché ogni pellegrino ha indubbiamente una patria, noi dobbiamo conoscere quale sia la patria verso la quale ci dobbiamo affrettare, mettendo da parte allettamenti e piaceri di questa vita, verso la quale siamo diretti e nella quale soltanto possiamo trovare riposo. Dio ha disposto che non avessimo quiete vera altrove perché, se anche qui avessimo quiete, non avremmo desiderio di tornare là. Dice nostra patria la Gerusalemme celeste, non quella terrena che è schiava insieme con tutti i suoi figli; essa è stata data come segno della rivelazione futura agli uomini carnali che in essa adorano l’unico Dio, al quale però chiedono ancora una felicità terrena. Ma vi è l’altra Gerusalemme, la Gerusalemme di lassù è la nostra madre. Dobbiamo affrettarci verso di essa, con la consapevolezza di essere dei pellegrini ancora in cammino”.
Stiamo percorrendo insieme questo cammino e scegliamo di voler raggiungere TUTTI la nostra meta ecco perché è fondamentale che ci “esortiamo a vicenda” affinché se uno cade l’altro lo rialza e insieme proseguiamo verso la nostra meta, verso la nostra dimora che Gesù Cristo ci ha preparati nei cieli al cospetto di Dio Padre.
Chiunque aspira a raggiungere Gerusalemme celeste, la nostra patria, deve conoscere la via e la modalità per potervici arrivare perché chi ne ignora la via e la modalità di arrivo rischia seriamente di smarrirsi e va errando perché non sa dove andare ed è facile deviare.
Chi riconduce il suo prossimo sulla via della Gerusalemme celeste si sta comportando con fedeltà nei confronti di Cristo e da autentico cristiano.
Esortiamo dunque anche tutti quelli che ci sono più cari che ancora errano tra le varie credenze e le eresie, a incamminarsi verso la patria celeste dove c’è un’eternità che li aspetta.
Dobbiamo anche esortarci a vicenda noi che già siamo in cammino perché non tutti quelli che sono in cammino giungono alla meta, vogliamo dunque aiutare il nostro prossimo a raggiungere la meta verso la quale sta camminando senza permettergli di deviare, come ci suggerisce l’apostolo Paolo vogliamo sostenere le “anime depresse” e vogliamo “sostenere i deboli”.
Corriamo insieme verso l’amore di Dio e la carità dei fratelli, dimenticandoci degli interessi transitori che non ci conducono da nessuna parte, su questa via che ci è stata preparata da Gesù Cristo e annunciata attraverso le Sacre Scritture perché nessuno abbia qualche scusa palese nel giorno del giudizio (Romani 6:23 “Infatti il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore).
Luisa Lanzarotta | Notiziecristiane.com
Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook