Mi chiamo Stefania e ho 39 anni. Quando ero piccola mia mamma mi portava con sé agli incontri di una chiesa evangelica nella quale veniva predicata la Parola di Dio, si cantava, si pregava, ma mi sembrava che non fosse il luogo adatto a me. A 17 anni cominciai a fumare spinelli, mi piaceva bere di tanto in tanto e credevo fossero questi i modi per sentirmi accettata da chi frequentavo in quel periodo.
Crescendo cambiai il giro delle persone che frequentavo. Con queste nuove conoscenze cominciai a fare uso di cocaina. Avendo un amico che la vendeva, avevo la possibilità di averne quanta ne volevo. Ma dentro di me, anche se non lo davo a vedere, gridavo, mi sentivo sola, incompresa.
Ero infelice, insoddisfatta, depressa e sconsolata… Ero diventata ribelle, trasgressiva, sempre protesa e alla continua ricerca di qualcosa che potesse soddisfarmi.
Trovai questa soddisfazione nell’uso dell’ecstasy. Con puntualità, ogni sabato frequentavo un certo locale dove potevo assumere queste pastiglie, cocaina, anfetamine e alcol.
Quando nel 1997 morì mia madre caddi in una forte depressione. Di punto in bianco lasciai ogni tipo di droga diventando dipendente, purtroppo, da qualcosa di legale, ma altrettanto tremendo, gli psicofarmaci. Ora dipendevo dai farmaci, dagli orari di assunzione, avevo perfino paura ad uscire di casa. Stavo male e nessuno era in grado di aiutarmi veramente.
Cominciai a pensare che se avessi avuto maggiore disponibilità finanziaria, qualche soldo in più in tasca, sarei stata meglio.
È stato questo il meccanismo che mi ha portato a cominciare a giocare al “Gratta e vinci”, prendendomi carico, di fatto, di un’altra dipendenza. Un giorno, parlando con mio fratello che mi era venuto a trovare, smisi di nascondermi e gli raccontai come stavo veramente vivendo e lui mi propose di andare al Centro Kades. Il 17 marzo 2007 entrai al Beser, il reparto femminile di questa comunità.
Al momento fumavo quasi 60 sigarette al giorno e rimasi subito stupita nel constatare che lì dentro non ne sentivo più il bisogno. Nel giro di poche settimane scalai tutti i farmaci: Dio era già all’opera. Qui, gli operatori e le ragazze più avanti nel programma, mi parlavano di Gesù, quello stesso che anni prima io avevo rifiutato.
Un giorno chiesi perdono a Dio per la mia vita sbagliata, lontana da Lui e nel peccato e Dio mi ha risposto.
Mi sono sentita nuova, trasformata, c’è stato in me un cambiamento radicale. Dopo 25 mesi ho terminato il programma e sono tornata a casa con la consapevolezza e la certezza di avere Gesù sempre al mio fianco e infatti così è stato.
Se accetti Gesù nella tua vita non te ne pentirai perché Egli ha la soluzione a qualsiasi problema e non solo per oggi, ma per sempre perché l’anima vive per l’eternità.
Nella Bibbia c’è un versetto che dice: “Poiché questa è la volontà del padre mio: che chiunque contempla il Figlio e crede in Lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”.
Stefania | Notiziecriatiane.com
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