Si nasce gay?

Questo è ciò che sono”.

Nel 1993, sono uscito allo scoperto con questa dichiarazione esplicita: “Non ho scelto di essere gay,” quindi “Sono nato così!”

Ero totalmente convinto che la mia sessualità fosse l’essenza di ciò che ero e non semplicemente ciò che desideravo o facevo. Mi sembrava di aver finalmente scoperto il mio vero io. Il mio cuore e i miei amici lo affermavano e anche il mondo intorno a me. “Questo è ciò che sono. Io sono gay “.

L’orientamento sessuale sembrava palesemente vero: ma quale verità rivelava?

Dovremmo semplicemente accettare questo orientamento sessuale così com’è per descrivere attrazioni durature e non scelte verso lo stesso sesso? O dovremmo fare un passo indietro e valutare quest’idea in modo critico alla luce della verità di Dio su chi siamo? Onestamente non possiamo iniziare a comprendere la sessualità umana se non consideriamo l’antropologia teologica, cioè ciò che Dio pensa e rivela su chi siamo.

Orientarsi nuovamente

Il concetto moderno di orientamento sessuale origina dalla psicologia, che affonda le sue radici in un concetto antropologico che rifiuta il peccato originale (per una valutazione critica di “orientamento sessuale”, vedere Rosaria Butterfield, Openness Unhindered , 93-112).

Considerare l’orientamento sessuale verso individui dello stesso sesso come se fosse solo una disabilità (cioè una conseguenza naturale della caduta, come la sordità) e non una conseguenza morale, è pericolosamente legato all’antica eresia del Pelagianesimo: una negazione del peccato originale, condannato dalla chiesa nel V secolo. Nell’attuale mondo dalle infinite sfumature di grigio, l’ambiguità superficiale sulla sessualità biblica flirta chiaramente con l’eresia.

L’Associazione Americana di Psicologia fornisce questa definizione di orientamento sessuale:

L’orientamento sessuale si riferisce a un modello permanente di attrazioni emotive, romantiche e/o sessuali per uomini, donne o entrambi i sessi. L’orientamento sessuale si riferisce anche al senso di identità di una persona basato su tali attrazioni, comportamenti correlati e appartenenza a una comunità di altri che condividono tali attrazioni.

Il neurologo gay Simon Le Vay spiega che l’orientamento sessuale è “il tratto che ci predispone a sperimentare l’attrazione sessuale” (Gay, Straight, and the Reason Why, 1). In un documento internazionale sui diritti umani, è definito come una “capacità di profonda attrazione emotiva, affettiva e sessuale”. Altrove, l’Associazione Americana di Psicologia descrive queste attrazioni come realtà non scelte. Pertanto, l’orientamento sessuale esprime l’insieme dei desideri sessuali e romantici non scelti e perduranti, relegando questa predisposizione a una nuova categoria della personalità.

Sfortunatamente, siamo rimasti intrappolati in questo paradigma secolare e umanistico che ci porta a definire l’individualità attraverso la sessualità pensando che non ci sia un’altra opzione. Tuttavia, quando c’è una scelta tra un quadro di riferimento biblico e uno secolare, i cristiani non dovrebbero preferire quello biblico al secolare? La Parola di Dio non dovrebbe fornirci un quadro di riferimento migliore per comprendere la capacità di provare desideri sessuali e romantici non scelti e persistenti verso lo stesso sesso?

Sì, lo fa. E questo quadro si chiama peccato.

Essere gay?

Non sto dicendo che la capacità di provare attrazioni o tentazioni omosessuali sia ciò che i teologi chiamano “peccato reale” (pensieri, desideri, parole e azioni peccaminose). Tuttavia, i concetti di peccato originale e residente in noi, rappresentano bene cosa si intenda per orientamento sessuale tra persone dello stesso sesso. Il peccato originale è una condizione non scelta e il peccato residente è un modello persistente di desideri o comportamenti peccaminosi. Perché cercare di riappropriarsi e riscattare un termine quando esiste già un quadro biblico di riferimento?

Alcuni oggi dicono che l’attrazione sessuale e romantica per le persone dello stesso sesso è radicata nell’immagine di Dio, non nella caduta e che è quindi buona o addirittura pura. Ciò deriva dall’equivoco che l’”essere gay” includa l’apprezzamento della bellezza dello stesso sesso. Tuttavia, se ampliamo il concetto di sessualità a tal punto da includervi l’apprezzamento non sessuale e non romantico per la bellezza, allora chiunque risulterebbe gay, ma ciò è assurdo e senza senso.

Tuttavia, se il desiderio sessuale e romantico verso lo stesso sesso è peccato, allora non c’è niente di neutrale o puro a riguardo. Questi desideri derivano dalla caduta, non dall’immagine di Dio. Il peccato sessuale implica sempre una componente morale. L’attrazione per lo stesso sesso trova la sua genesi nel peccato originale e, diciamocelo, non c’è nulla di neutrale o innocente nel peccato originale.

Riguardo alle attrazioni dello stesso sesso, il problema è il peccato, ma i cristiani non sono stati lasciati dal nostro Dio senza risposta.

In qualunque modo tu sia nato

Le persone nascono gay? Se si ascoltano i media e la cultura popolare, sembra che la scienza dimostri tale ipotesi, tuttavia fra i numerosi studi condotti per indagare sui potenziali fattori biologici e ambientali che possono influenzare lo sviluppo delle attrazioni verso lo stesso sesso, nessuno si è rilevato esaustivo.

L’Associazione Americana di Psicologia ha rilasciato questa dichiarazione nel 2015: “Alcune persone credono che l’orientamento sessuale sia innato e stabilito; tuttavia, l’orientamento sessuale si sviluppa lungo tutta la vita di una persona. Gli scienziati sono ancora lontani dall’aver scoperto i fattori che contribuiscono allo sviluppo delle attrazioni sessuali, quindi è insostenibile e irresponsabile sostenere che le attrazioni sessuali innate siano una realtà provata”.

Nonostante la mancanza di prove, persiste la convinzione che le persone nascano gay e che questo vada bene. Eppure, per i cristiani, avere qualcosa di innato non significa che qualcosa sia ammissibile; essere nato peccatore non rende giusto il peccato. Dobbiamo indirizzare le persone a un’affermazione molto più importante: indipendentemente da ciò che si è quando si nasce, Gesù dice che si deve rinascere.

Non importa se si pensa di essere nati alcolizzati, si deve rinascere; non importa se si pensa di essere nati bugiardi, si deve rinascere; non importa se si pensa di essere nati porno-dipendenti, si deve rinascere; non importa se si pensa di essere nati con qualsiasi altra difficoltà relativa a un peccato sessuale; si deve rinascere.

Ci sono notizie molto buone

Quando rinasciamo (attraverso la Parola di Dio, 1 Pietro 1:23, e attraverso il suo Spirito, Giovanni 3:5-8), va via il vecchio e viene il nuovo – siamo una nuova creatura (2 Co. 5:17). Siamo in grado di odiare il nostro peccato senza odiare noi stessi. La nostra sessualità non è più chi siamo, ma piuttosto come siamo.

Mettiamo a morte il nostro vecchio io affinché Cristo possa vivere in noi (Rom. 8:13; Gal. 2:20; Col. 3:5). L’effetto del peccato è così pervasivo, così completo, così radicale che deve avvenire una completa rinascita perché una persona possa entrare nel regno di Dio (Giov. 3:3).

Qualunque sia la nostra condizione peccaminosa quando veniamo al mondo, abbiamo bisogno di una trasformazione totale – quella che solo il nostro Dio e Creatore ha reso meravigliosamente possibile per Grazia attraverso la fede in Cristo (Ef. 2:4-10). Questo non è un messaggio solo per la comunità gay o solo per coloro che sperimentano attrazioni verso lo stesso sesso. Questo è un messaggio per tutti: bisogna nascere di nuovo. Ed è Lui, secondo la Sua grande misericordia, che ci fa rinascere (1 Pt. 1:3).

 

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