Si intensificano gli sforzi per fermare la guerra a Gaza, dove i morti sono più di 800

gaza_ospedale

gaza_ospedaleIsraele e Hamas starebbero studiando la proposta del segretario di Stato americano, John Kerry, per un cessate il fuoco temporaneo, durante il quale i contendenti dovrebbero incontrarsi per cercare un’ipotesi di intesa più ampia, con la mediazione dell’Egitto. Ieri gli israeliani hanno colpito un ospedale delle Nazioni Unite a Gaza, uccidendo almeno 15 civili. 

Gerusalemme (AsiaNews) – Al 18mo giorno di guerra, mentre è salito a oltre 800 il numero dei morti nella Striscia di Gaza e due palestinesi hanno perso la vita nel corso di una marcia di protesta che da Ramallah ha tentato di arrivare a Gerusalemme, e Israele lamenta 39 morti e quasi 200 feriti, la diplomazia intensifica gli sforzi per cercare vie per fermare il conflitto

Israele e Hamas, secondo Haaretz, stanno studiando l’ultima proposta avanzata dal segretario di Stato americano, John Kerry, per la quale ci dovrebbe essere un cessate il fuoco temporaneo, a partire da domenica, durante il quale i contendenti dovrebbero incontrarsi per cercare un’ipotesi di intesa più ampia, con la mediazione dell’Egitto. Al tavolo parteciperebbe anche l’Autorità palestinese. Usa, Onu e Ue farebbero da garanti per le parti.

La proposta di tregua, che Gerusalemme esaminerà oggi pomeriggio, deve superare non poche difficoltà, a partire dalla volontà di Israele mantenere le truppe all’interno della Striscia durante la tregua, e dalla pretesa esposta dal leader politico di Hamas, Khaled Meshal, per il quale qualsiasi tregua deve comprendere la fine del blocco che da otto anni Israele ha imposto alla Striscia. “Vogliamo – ha detto – un cessate il fuoco al più presto possibile, che sia in contemporanea con la fine del blocco di Gaza”. Condizioni, entrambe, molto difficili, se non impossibili, da accettare per le controparti, anche se un esponente dell’Autorità palestinese ipotizza una tregua umanitaria di sette giorni, “e poi entrambi andranno al Cairo per discutere”.

Ma mentre la diplomazia cerca di fermare il conflitto, la gente continua a morire. Ieri gli israeliani hanno colpito un ospedale delle Nazioni Unite a Gaza, uccidendo almeno 15 civili. Anche operatori dell’Onu sono stati colpiti. Il fatto ha spinto il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-Moon, a dirsi “inorridito” e a sottolineare “l’imperativo di fermarsi, e di fermarsi adesso”, Anche Washington si è detta “profondamente rattristata e preoccupata per il tragico incidente”, giunto all’indomani delle accuse mosse dalla Commissione per i diritti umani contro Israele e Hamas.

Il bombardamento dell’ospedale non è l’unico evento drammatico di ieri. Due palestinesi sono stati uccisi a causa di scontri con i militari israeliani che hanno fermato la marcia di oltre 10mila persone che da un campo profughi vicino a  Ramallah, in Cisgiordania, voleva arrivare a Gerusalemme per protestare contro offensiva israeliana a Gaza. Negli scontri sono rimasti feriti almeno 108 palestinesi.

Quanto accaduto ieri vicino Gerusalemme potrebbe in qualche modo ripetersi, visto che questo venerdì, mentre il Ramadan volge alla fine, il presidente Mahmoud Abbas ha proclamato un “Giorno di rabbia”. Gerusalemme, dove ieri ci sono state proteste, è blindata.

Fonte: http://www.asianews.it/


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