Fino al 3 aprile blindate la Lombardia e 14 province: Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell’Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Padova, Treviso, Venezia, Asti, Alessandria, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli.
Il Governo sta limitando tutto nello sforzo di frenare il contagio, ma le aree si allargano e i numeri crescono impietosamente. Al cospetto di un “mondo religioso” silente e defilato, anche i servizi ecclesiali vengono considerati “superflui” dalla scienza e dalla politica, che faticano a muoversi con/per fede. Di conseguenza le CHIESE devono restare CHIUSE, al pari di discoteche e luoghi di svago. Purtroppo molti credenti cominciano a camminare con le gambe della scienza e si rintanano in fragili gusci. Lo comprendo, ma voglio sforzarmi a lasciare almeno una gamba alla fede, nella speranza che sia quella in grado di fare il passo più lungo e sicuro. Se poggiamo interamente il nostro peso sulla gamba non credente inizieremo a zoppicare e a cadere preda della paura.
La storia ci racconta che nei momenti più difficili dell’umanità la fede non è mai stata di intoppo, ma sempre d’aiuto. Come credenti, come chiesa del Signore, leviamoci e proclamiamo la fedeltà del Signore, “perché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che egli è il rimuneratore di quelli che lo cercano” (Ebrei 11:6). Supportiamo e sosteniamo governanti e medici, rispettando coscienziosamente le disposizioni, ma seminiamo pure speranza e fiducia. Se la paura di essere “infettati” o “infettivi” tende a dominare, noi insistiamo a contagiare con la fede.
Forza fratelli e sorelle, quelli che potete riunirvi e non, camminiamo con fede e non smettiamo di annunciare la fedeltà del Signore, di incitarci l’un l’altro con amore, di pregare.
CHIESA, ALZATI!
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