Luca 15:17 | Allora, rientrato in sé, disse: “Quanti servi di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame!
Succede che per apprezzare ciò che abbiamo spesso ne dobbiamo essere privati, ciò può riguardare il lavoro, la famiglia, la salute, le relazioni, e molto altro.
Abbiamo visto nella storia in oggetto che prima di peggiorare le cose migliorano, poi non c’è limite al degrado e alle conseguenze del declino spirituale e morale.
Una mente illuminata riceve l’esatta percezione della propria condizione, chi rientra in sé capisce che deve rientrare nella sua casa, chi rientra in sé comprende che è affamato, che gli manca il cibo della casa paterna, fa confronti con i servi come per dire il minimo nella casa di mio padre sta meglio di me, i servi sono sazi ed io che sono figlio sono affamato.
Quante vale per te il cibo che stai mangiando e quello che hai mangiato? Il giovane in via di ravvedimento considerò proprio questo, il cibo, non difese più ciò che pensava di aver trovato ma considerò ciò che aveva perduto.
Il vero problema è che non si tratta di cibo materiale, dove molti sarebbe subito allarmati, ma di cibo spirituale che si apprezza solo quando si rientra in sé, infatti se manca la riconsiderazione dei fatti si tende a sostituire il cibo con strane animazioni e voglia di autogratificazione.
È il cibo, però, che ti fa crescere, ti fa amare, ti fa servire, rende la tua vita una benedizione, tutto quello che farai senza la sostanza di una buona alimentazione consumerà solo le tue forze, spegnerà il tuo entusiasmo, provocherà grossi dubbi, fino a metterti in grave pericolo di perseveranza, invece un buon alimento ti permetterà di ascoltare ciò che Elia ascoltò:
1Re 19:7 L’angelo del SIGNORE tornò una seconda volta, lo toccò, e disse: «Alzati e mangia, perché il cammino è troppo lungo per te».
Voglio chiedermi, davanti a questa parola, se ho smesso di mangiare cose spirituali che mi facevano bene, se sto trascurando la Parola di Dio, se sto dimenticando una salutare etica, se mantengo i valori della fede e la gioiosa comunione fraterna, se continuo a mangiare le parole di servi di Dio che mi hanno nutrito, se mi sto alimentando della comunione con il mio amato Signore, insomma sto meglio o peggio di quando ero in una condizione precedente? Non per quello che penso di dare ma in relazione a ciò che ricevo.
La prima cosa che il giovane rinsavito pensò fu la qualità e l’abbondanza del cibo che era abituato a mangiare, non si può tornare a casa senza considerare questa priorità, che strano: servi sazi e figli affamati.
Risplendi!
Tino Di Domenico | Notiziecristiane.com
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