Che razza di domanda (!) forse alcuni diranno. E’ imbarazzante. Davvero? Eh già, per alcuni sentirsi porre tale domanda è davvero imbarazzante. Perché? Perché non sanno precisamente come rispondere.
Eppure non è che vi siano molte risposte di fronte ad una domanda del genere: o la risposta è si o la risposta è no. Semplice. O si è salvati o non si è salvati.
Dove sarebbe l’imbarazzo?
Eppure a molti (lo dico per esperienza) tale domanda dà fastidio.
Perché? Perché sanno di non poter rispondere con un netto “Si”, ma al tempo stesso non vogliono neanche dire un preciso “No”!
Penso dunque che non sia la domanda in sé ad essere imbarazzante, ma probabilmente la risposta. E’ imbarazzante da parte di coloro che non possono dire di essere salvati dover rispondere a tale domanda.
Eppure penso che tale domanda serve a far riflettere sul serio coloro che, appunto, non vi hanno sinceramente posto mente e cuore. Infatti tale domanda serve a coloro che, sul serio, volessero mettersi a posto con Dio.
Sono convinto che tale domanda scaturirebbe nel cuore di chiunque si confrontasse con la parola di Dio (la Bibbia), se solo si esaminasse alla luce di ciò che essa dichiara sul rapporto tra l’uomo e Dio. Infatti sarebbe impossibile leggere scrupolosamente le Sacre Scritture e non arrivare al punto di porsi tale domanda. Leggendo la Bibbia ci si imbatterebbe in numerosi casi di persone che, messe di fronte alla volontà di Dio, sono arrivate a dichiarare : “Cosa devo fare per essere salvato”? Ciò significa che, ascoltando il messaggio della parola di Dio, tali persone sono state persuase dalla propria coscienza che per rientrare nel piano della salvezza di Dio loro stesse dovevano fare qualcosa (dato che, così come erano, non erano a posto con Dio).
E,in effetti, alle persone che dicono “Cosa devo fare per essere salvato” (?) nella Bibbia viene data una precisa risposta: “Credi nel Signore Gesù e sarai salvato” [1].
Ma, allora, dov’è l’imbarazzo del porre una domanda del genere? L’unico imbarazzo possibile potrebbe esservi laddove non si sa come rispondere a tale domanda, laddove si ha la consapevolezza di non essere ancora a posto – ovvero in pace – con Dio.
Infatti la domanda “Sei salvato? ” potrebbe essere tradotta, in altre parole, in questi termini: “Ti sei riconciliato con Dio? Sei in pace con Lui o, viceversa, la tua coscienza ti dice che non sei riconciliato con Lui”?
Altrimenti, ancora, la medesima domanda potrebbe essere equivalente alle seguenti altre domande: “Puoi dire di avere un cuore puro dinanzi a Dio? La tua coscienza non ti recrimina alcun fallo o torto che tu hai commesso contro la giustizia di Dio ai danni di qualcuno”?
Queste domande potrebbero trovare sereno soltanto chi, effettivamente, si fosse riconciliato con Dio. Non qualcuno che non abbia mai commesso un fallo o un torto contro nessuno (dato che un tale uomo non esiste), ma qualcuno che avendo riconosciuto i propri torti abbia cercato la riconciliazione con Dio: confessando i propri peccati ed accettando la salvezza offerta da Dio in Cristo Gesù, ossia attraverso di Lui.
Quindi la domanda di partenza, infondo, è traducibile in un’ulteriore domanda:
“Hai mai confessato (dinanzi a Dio e non a un uomo) i tuoi falli e Gli hai mai chiesto perdono per quello che hai fatto (riconoscendo che le tue azioni rappresentano delle macchie dinanzi alla pura, santa e perfetta giustizia di Dio)? Hai mai considerato l’opera di salvezza che Cristo è venuto a compiere a pro ed in favore di chi è perduto (senza di Lui), a causa dei propri falli e dei propri peccati? Hai mai pensato che con quel “Tutto è compiuto” detto da Gesù sulla croce Lui dichiarava che tutto è compiuto (per la salvezza) di chiunque avrebbe creduto in quello che Lui ha fatto per riscattare i peccatori dalle proprie colpe dinanzi a Dio? Altrimenti, che senso avrebbe quel “Tutto è compiuto”?!
Caro lettore, non sentirti in imbarazzo per la domanda posta al principio di questa riflessione, ma prendila come un’occasione per esaminarti davvero dinanzi a Dio. Ed esaminandoti (ripeto davanti a Lui e non a un uomo) fai un esame onesto del tuo cuore dinanzi a Lui e:
- riconosci ciò che Lui vuole da noi e per noi (e la sua volontà è chiaramente attestata e rivelata nella Sua parola);
- riconosci le tue mancanze dinanzi alla Sua volontà e alla Sua giustizia;
- considera e accetta l’opera compiuta da Cristo Gesù il Signore e il Salvatore per te.
Gesù prima di andare in croce, sapendo quali benefici la sua morte avrebbe arrecato ai cuori disperati dei peccatori, disse “Guarderanno a Colui che hanno trafitto”! [2]
Si, Gesù sapeva che chiunque avesse riguardato a Lui per capire che Egli stava dando la propria vita come prezzo di riscatto per le anime di tutti gli uomini (chè avrebbero commesso dei torti, delle mancanze, delle ingiustizie e – in una parola – dei peccati (ossia delle violazioni rispetto alla Giustizia di Dio) avrebbe capito:
- da un lato il prezzo dei propri peccati (chè sono costati la vita stessa di Gesù, vita che Lui ha donato al posto nostro, per redimerci da tutti i mali che avremmo commesso senza la rivelazione e la conoscenza della sua santità e della sua giustizia);
- da un lato la speranza che gli era posta dinanzi, dal momento che Gesù morendo ha pagato a Dio il prezzo di tutti i peccati commessi dall’intera umanità.
Spero, caro lettore, che a questo punto tu non possa sentire più imbarazzo di fronte alla domanda “Sei salvato”? Spero che, anzi, ora, tu possa capire quanto è importante porsela e quanto è necessario e fondamentale trovare una risposta. Ne va del tuo benessere spirituale ed anche materiale a partire da subito. Infatti, quanto prima considererai il bisogno di metterti a posto con Dio, tanto prima potrai essere liberato da tutti quei pesi interiori che, magari, fino da oggi ti sei portati addosso come una catena. Fare la pace con Dio sarà l’inizio di un nuovo destino, il destino che Dio ha da sempre preparato e voluto per te. Dio ti benedica
[1] Atti 16: 31
[2] Giovanni 19: 37
Enzo Maniaci | Notiziecristiane.com
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