Lo stato vegetativo persistente (PVS) è un tipo di diagnosi di danno cerebrale su cui spesso i medici si basano per determinare se un paziente debba vivere o morire. Tuttavia, già nel 1996, uno studio del British Medical Journal (BMJ) (e altri studi medici pubblicati da allora) hanno rivelato che c’è quasi una possibilità su due che una persona con lesioni cerebrali che si pensa sia in stato vegetativo sia stata diagnosticata erroneamente.
In altre parole, la diagnosi di PVS viene spesso utilizzata per uccidere i pazienti con lesioni cerebrali nonostante ci sia una probabilità quasi del 50% che essi non si trovino realmente in uno stato vegetativo irreversibile.
Inoltre anche le persone che si trovano in uno stato vegetativo hanno comunque un certo grado di funzionalità cerebrale e, nella maggior parte dei casi, tutta l’assistenza di cui hanno bisogno per vivere consiste in un tubo di alimentazione. Possono respirare da soli, possono verbalizzare o mostrare che stanno soffrendo e rispondere agli stimoli.
Purtroppo la cultura della morte sta dilagando nella maggioranza dei paesi occidentali e le persone in uno stato di fragilità sono le prime a farne le spese.
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