Cosa succede se ci addormentiamo e lasciamo morire Gesù nel nostro cuore? Egli ci ha condotti nell’orto del Getsemani per condividere il suo peso la croce, ma noi sonnecchiamo.
La sofferenza di Gesù è per noi il peso delle anime perdute, di coloro che soffrono nel mondo e non conoscono la via.
Cristo ci ha portati con lui nel getsemani e getsemani vuol dire frantoio, un luogo dove si viene lavorati, trasformati. Ma noi lì ci siamo addormentati.
Un tempo lo zelo si! Ci teneva desti, chi mai si sarebbe addormentato. Abbiamo pregato, gridato il nostro amore al Signore, proferito fiumi di parole, abbiamo pianto.
In quel luogo come tra le ruote di una macina veniamo “lavorati” perché la nostra spremitura sia di prima scelta. E cosi il Signore ha tirato fuori da noi il meglio, ci ha istruiti e ci ha fatti istruire. Ed ora nel momento in cui ci chiede di vegliare lo abbandoniamo.
Cristo ci ha chiamati, come i suoi discepoli di un tempo, per affinare la nostra fede, per aprirci fin da ora ai misteri del Regno dei Cieli, per darci rivelazioni sul Padre, su di Lui e su noi stessi. Per riempirci di Spirito Santo e darci potenza dall’alto per operato Evangelico, per compiere il nostro mandato, ma noi dormiamo! Fino che punto arriveremo? Fino a sentirci dire è giunta l’ora dormite pure!
Dio ha chiamato i suoi ad uno ad uno, perché è importante fare attenzione a cosa si pone nel frantoio, affinché la macinatura produca un olio perfetto, privo d’impurità che come nardo puro possa essere offerto e usato per una unzione di gloria a Cristo nostro Signore.
Le sorelle di Lazzaro, Marta e Maria ci insegnano questa differenza, così come i discepoli che Gesù chiamò nell’orto degli ulivi, erano con il Signore, i loro fratelli aspettavano, Marta indaffarata, Maria ai piedi del Signore.
Matteo 26:36 Allora Gesù andò con loro in un podere chiamato Getsemani e disse ai discepoli: «Sedete qui finché io sia andato là e abbia pregato». 37 E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a essere triste e angosciato. 38 Allora disse loro: «L’anima mia è oppressa da tristezza mortale; rimanete qui e vegliate con me». 39 E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi». 40 Poi tornò dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così, non siete stati capaci di vegliare con me un’ora sola? 41 Vegliate e pregate, affinché non cadiate in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole». 42 Di nuovo, per la seconda volta, andò e pregò, dicendo: «Padre mio, se non è possibile che questo calice passi oltre da me, senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà». 43 E, tornato, li trovò addormentati, perché i loro occhi erano appesantiti. 44 Allora, lasciatili, andò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le medesime parole. 45 Poi tornò dai discepoli e disse loro: «Dormite pure oramai, e riposatevi! Ecco, l’ora è vicina, e il Figlio dell’uomo è dato nelle mani dei peccatori.
Ma nel nostro Getsemani ci assale un torpore irresistibile, digerire le cose del mondo è un po’ come aver mangiato pesante. Più ne mangiamo e più tempo impieghiamo a smaltirle e la sonnolenza è in agguato.
Accade in alcuni momenti nel nostro percorso di fede che ci addormentiamo, Lo Spirito Santo prega e intercede per noi, ma noi preda del torpore del mondo ci assopiamo.
Siamo lontani da Gesù, Egli e là, sotto un ulivo, prostrato faccia a terra prega, soffre e intercede per noi.
Siamo abituati a pensare che Gesù soffra fino a sudare Sangue, causa della sua morte, è vero! Egli conosce il suo destino, ma la causa della Sua morte siamo noi.
Mc 14:36 Diceva: «Abbà, Padre! Ogni cosa ti è possibile; allontana da me questo calice! Però, non quello che io voglio, ma quello che tu vuoi».
Cristo non aveva bisogno di morire per e stesso, ma era necessario che morisse per compiere il suo Sacerdozio, bere il calice amaro di sofferenza contenente il peccato degli uomini.
E mentre Gesù fa questo noi cosa facciamo? Dormiamo! Rinneghiamo più e più volte l’opera di Cristo, la Sua presenza nella nostra vita.
Matteo 26:31 Allora Gesù disse loro: «Questa notte voi tutti avrete in me un’occasione di caduta; perché è scritto: “Io percoterò il pastore e le pecore del gregge saranno disperse”. 32 Ma dopo che sarò risuscitato, vi precederò in Galilea». 33 Pietro, rispondendo, gli disse: «Quand’anche tu fossi per tutti un’occasione di caduta, non lo sarai mai per me». 34 Gesù gli disse: «In verità ti dico che questa stessa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». 35 E Pietro a lui: «Quand’anche dovessi morire con te, non ti rinnegherò». E lo stesso dissero pure tutti i discepoli.
Con il nostro sonno nella fede si assopisce Gesù, Noi siamo l’amore di Cristo per il mondo, Gesù ha lasciato noi perché lo manifestassimo ma la chiesa sonnecchia, dorme la predicazione, la nostra lode è distratta.
Il male ha un morso soporifero, un veleno letale che tenta costantemente di catturarci, ma Gesù di tanto in tanto torna a farci sentire la Sua presenza, si allontana da sotto l’ulivo per vedere se vegliamo, per darci uno scossone, per dirci io sono qui, ma voi state attenti perché la carne e debole.
FINO A QUANDO?
Fino a quando Gesù continuerà a darci un colpetto sulla spalla per tenerci svegli, una? Due? Cento volte? L’Amore del del Figlio per il Padre è grande e vuole compiere l Sua missione per noi.
A vinto la morte e ha pagato un caro prezzo per le nostre vite, ma noi ci lasciamo pungere dall’aculeo degli insetti maligni di cui il mondo è pieno, peccato e tentazione.
Il peccato ci avvince, il mondo ci conquista, Satana addormenta la nostra fede.
Gesù tornerà a scuoterci molte volte affinché stiamo desti, ma appena ci allontaneremo da lui il torpore ci coglierà.
Matteo 26:40 Poi tornò dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così, non siete stati capaci di vegliare con me un’ora sola? 41 Vegliate e pregate, affinché non cadiate in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole».
Ecco! Noi lasciamo che Cristo si assopisca in noi, lasciamo che lentamente muoia l’amore che abbiamo per Lui, lasciamo che scemi la sua potenza, impediamo allo Spirito Santo di agire in noi e a nostra volta non operiamo nel mondo.
A CHI CREDIAMO ….
Parola di Dio
Gen 3:3 ma del frutto dell’albero che è in mezzo al giardino Dio ha detto: “Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete”».
Parola di Satana
Gen 3:4 Il serpente disse alla donna: «No, non morirete affatto;
Ebbene è di morte spirituale che si parla e molte persone hanno morte spirituale in loro, se è buono che la spiga muoia per far seme è buono che il seme non muoia per fare frutto.
Come Cristo è stato crocifisso una sola volta, una sola volta rinasciamo con Lui, non è questo un rituale che si ripete in eterno, non è la nostra rinascita una cosa che può avvenire più volte.
Gesù ci desta più e più volte, facciamo in modo che venendoci a chiamare per l’ennesima volta trovandoci sopiti non passi oltre.
Francesco Blaganò | Notiziecristiane.com
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