Mi chiamo Enza, ho 37 anni e sono di Gela (CL). Fino all’età di 19 anni, ero tranquilla ma non tanto contenta, perché non trovando gli amici con cui uscire, spesso mi ritrovavo sola a casa ad annoiarmi, così mi aggrappai ad una ricetrasmittente chiamata CB, dove si poteva socializzare con altre persone e passare tempo facendo nuove amicizie.
Quando arrivavo a casa, quelle poche volte che uscivo, ricordo che la prima cosa che facevo, ancora prima di accendere la luce, era accendere il baracchino. Era diventato il mio idolo, poiché farne a meno sarebbe stata la mia desolazione. Una domenica pomeriggio, tramite esso, un gruppo di amici mi parlò di Gesù. Fui io stessa, senza neanche accorgermene, ad aprire l’argomento da cui presero spunto. Era diventato un piacevole discorso, così ne parlammo anche la sera, il giorno dopo e così via.. Quando capii che erano degli evangelici, subito li criticai, anche perché in quel periodo frequentavo il Rinnovamento dello S.S. (chiesa cattolica). Ma ci fu una persona, in particolare, che mi consigliò di procurarmi subito una Bibbia, se almeno ad essa credevo, e dato che a casa non ne avevo, ne comprai una. Quasi tutte le sere, eravamo lì a commentarla. Incominciavo a capire che ciò che prima criticavo in loro, era invece volere di Dio, e ciò che credevo fino ad allora giusto della chiesa cattolica, Dio invece lo condannava, ma per orgoglio non lo diedi a capire. Rifiutai diversi inviti che mi fecero, perché preferivo uscire la domenica, ma un versetto d’allarme mi fu rivolto, ed iniziò a risuonare dentro me: ‘’Mettete prima il regno e la giustizia di Dio…’’ (Matt. 6:33). E così, per tre sere, andai sotto una tenda di evangelizzazione che avevano organizzato in un quartiere. Quella sera non capii granché, era la prima volta che mi trovavo in mezzo a dei matti innamorati di Gesù. Una cosa che mi colpì fu la grande gioia nei loro cuori, lo splendore nei loro volti e una luce particolare nei loro occhi, che io capivo di non avere, e per questo l’invidiai. Una di quelle sere, dissi loro: “Beati voi, che siete una bella famiglia unita e potete frequentare senza ostacoli nelle vostre famiglie”, ma una sorella mi rispose: “Non ti preoccupare, se tu hai fede in Dio, Egli ti appianerà la via”. In effetti mi sentivo ostacolata da mio padre. Quelle tre volte ero andata di nascosto e poi non andai più, ma continuai a fare delle esperienze da sola con Dio. In base a ciò che mi capitava, anche di brutto, mi rivolgevo a Lui ed Egli stesso mi parlava e mi consolava tramite la Sua Parola, facendomi capire che non ero sola, ma che Lui c’era, sapeva, vedeva e giudicava ogni cosa.
Una sera, nella mia camera, ricordandomi di quelle parole che m’incoraggiavano a cercare la Presenza di Dio, mi inginocchiai e decisi di confessargli i miei peccati, e da lì realizzai la vera liberazione, con tanta leggerezza, pace e gioia. Sentii la Sua presenza, mi sentii come privilegiata! E iniziai a ringraziarlo, innalzarlo e lodarlo. Il mio cuore fu riempito del Suo Amore fino a traboccare. Ancora oggi mi emoziono, tutte le volte che lo racconto… Ricordo che tolsi il capezzale nella camera di mia mamma e tutto ciò che m’incominciò a dare fastidio per quel che avevo letto nei 10 comandamenti in Esodo 20:4. E più leggevo la Bibbia, più mi rendevo conto che tutto si faceva, tranne la volontà di Dio.
Da quella mia prima esperienza con Dio passarono 2 anni, dove nel frattempo caddi in depressione per la mia solitudine e per l’insoddisfazione di vita che conducevo, che di conseguenza mi portò ad avere ansia, attacchi di panico e infine all’anoressia.
Ricordo che la mattina, ancor prima di aprire gli occhi, già tanti cattivi pensieri di scoraggiamento invadevano la mia mente e questo si ripercuoteva sul mio stomaco.
Un giorno mia mamma, proprio perché mi vedeva in quello stato, mi disse: “Perché non vai di nuovo in chiesa al rinnovamento dello S.S., magari frequentando degli amici questo malessere ti passa?”. Ma io le risposi: “Se io dovrò andare in una chiesa, sarà una chiesa evangelica, perché lì si insegna e si pratica la verità per come è scritto”. Avevo paura di ritornare per il giudizio degli altri, ma il pensiero che mi spinse a superare questo fu: “A chi dovrò rendere conto un giorno, io? Chi salverà la mia anima?”
Ci ritornai con gran gioia e fui liberata, guarita da quel cancro dell’anima che era la depressione. Ricevetti un’accoglienza indimenticabile!
Una sera, chiesi a mio padre: “Papà, come mai, con tante religioni che esistono, mi siete andati a battezzare in quella cattolica?” Lui lì per lì non mi seppe rispondere, così ripresi: “Perché lo facevano gli altri e l’avete fatto anche voi, quindi per tradizione?” Mio padre confermò e io dissi: “Ma io non sono soddisfatta della religione in cui mi trovo, tant’è vero che nemmeno la pratico”. Allora volle sapere quale desideravo abbracciare, ed io gli risposi: “Quella evangelica, dove già vado adesso”. Poiché mi vedeva guarita e gioiosa, mi rispose: “Allora se è cosi, vai pure”. E lì mi ricordai di ciò che due anni prima quella sorella mi aveva detto:”Se tu hai fede in Dio, Egli ti appianerà la via!” Mi resi conto che davvero Dio me la appianò.
Senza Lui nella mia vita, è come vivere nel buio e senza lodarlo è come vivere senza ossigeno. Ho trovato in Gesù la vera ragione di vita, che mi da speranza e forza in ogni cosa. Problemi ed ostacoli, essendo esseri umani, non mancano, ma quando si mette il SIGNORE al centro della propria vita, ogni cosa la si affronta in modo diverso, uscendone vittoriosi.
In Dio ho trovato il migliore Amico che NON delude, che libera e salva, donando il vero amore!
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