i Cristian Nani, direttore di Porte Aperte in Italia
BEATI GLI AUDACI PARTE 2
Scemi di pace.
Ho sentito un teologo definire noi cristiani italiani in questo modo. Scemi di pace… Non mi è piaciuto e forse perché mi ha punto sul vivo. Ovviamente la sua era una provocazione.
Intendeva dire che siamo così abituati alla pace e arroccati sui nostri diritti, al punto che schiodarci da dove siamo è impossibile: troppo comodi, troppo sazi, troppo quieti. Quasi intontiti. Scemi, dice lui.
IO RIFIUTO questa definizione, perché ho girato abbastanza il mio paese per aver visto (non sentito, ma visto), migliaia di uomini e donne servire Dio con passione e sacrifici enormi. Tuttavia… raccolgo e condivido con chi legge la provocazione perché mi offre spunti di riflessione, in fondo la nostra è una fede che si interroga.
Perché se fosse anche un po’ solo vero, come faremmo ad “andare e fare discepoli, fino alle estremità della terra”?
Anna Lembke1, esperta in dipendenze, sostiene che viviamo l’epoca degli assuefatti ai piaceri, perché nella storia dell’umanità non è mai stato così facile soddisfare i nostri desideri, sesso, intrattenimento, shopping, news o cibo, qualsiasi essi siano. L’era della dopamina, la chiama, dal nome del neurotrasmettitore che veicola il piacere nel nostro corpo. In sostanza dice che siamo dipendenti dalla dopamina, alla febbrile ricerca di saziare i nostri piaceri…
Nel sermone sul monte, alle beatitudini Gesù fa seguire delle taglienti raccomandazioni, tra le quali nel vangelo di Luca leggo questa: “Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame”2.
È possibile che abbiamo lavorato così tanto per avere benessere e sicurezza a sazietà, che li abbiamo trasformati in idoli sul cui altare sacrifichiamo le nostre vite?
È possibile che ci siamo ripetuti così tante volte CARPE DIEM, cogli l’attimo, vivi ora, che abbiamo dato vita a generazioni che vivono per un istante e non sanno di essere eterne?
È possibile che abbiamo ridotto il vivere a un sopravvivere in apnea tra un piacere e l’altro, tra una soddisfazione e l’altra, con in mezzo il nulla perché rifiutiamo il dolore, la sofferenza a costo di essere anestetizzati?
NOI CRISTIANI non speriamo semplicemente di sopravvivere a problemi, malattie, difficoltà, perché questa non è speranza in Dio è sano istinto di sopravvivenza… noi speriamo di risorgere in Cristo Gesù, noi speriamo di costruire un Regno perché abbiamo ricevuto un mandato dal Re dei re che va oltre noi.
Nel 2008 partecipai al mio primo convegno di Porte Aperte e scrissi una nota nei miei appunti: Questo convegno non è per i cristiani della domenica.
È per chi desidera crescere. Per chi desidera dire: io c’ero.
Perché stare al fianco dei perseguitati e di questa missione è per il risveglio, non per l’anestesia.
Non è carpe diem.
È carpe vitam.
Cogli la vita. Tutta.
Uno sguardo vero, audace, al campo di battaglia del cristiano maturo, cioè tutta la sua vita. E per essere audaci, in primis bisogna aprire gli occhi, perché sono i bambini che li chiudono quando hanno paura.
1 Anna Lembke, scienziata esperta nelle dipendenze, nel suo libro L’era della dopamina, sostiene che nella storia dell’umanità non è mai stato così facile soddisfare i nostri desideri, che si parli di sesso, intrattenimento, shopping, news o cibo, e che queste attività sono accomunate da un facile e ingente rilascio di dopamina, il neurotrasmettitore che veicola il piacere.
2 Luca 6:25
https://www.fedepericolosa.org/scemi-di-pace/
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