La storia raccontata da Morra e Del Vesco è ricca di particolari inquietanti: si parla di una setta che dominava sulle vite di diversi attori della Ares Film e che implicava una forte sudditanza psicologica, con tanto di riferimenti satanici. I vip assistiti vivevano insieme in una villa, erano allontanati dai propri affetti, non potevano socializzare, accettavano il cambio del nome e dell’età e venivano tenuti in uno stato di sudditanza psicologica così forte da pensare, molti di loro, al suicidio.
In questo scandalo, soprannominato AresGate, sono coinvolti numerosi personaggi dello spettacolo come Gabriel Garko, Nancy Brilli, Manuela Arcuri, Giuliana De Sio ed Eva Grimaldi.
Alberto Tarallo, fondatore della Ares Film è stato coinvolto nel caso dell’AresGate e considerato, da Adua Del Vesco e Massimiliano Morra, la causa del suicidio di Teodosio Losito, suo ex compagno e collaboratore.
Ecco le dichiarazioni di Adua: <<Io mi stavo inguaiando a stare dentro con loro. A un certo punto non ce la facevo più. C’è stato il periodo in cui io ho avuto paura, non ho passato dei bei momenti. Abbiamo vissuto una fase che vorremmo cancellare, abbiamo subito cose che ci segneranno a vita. Quelle cose non le ho subite solo io. Siamo riusciti ad uscirne tutti fuori. Non ci meritavamo quello che è capitato. Forse però ci siamo fortificati dopo aver subito tutti quelle cose. Ci siamo liberati dal male>>.
Interessanti le dichiarazioni di Amedeo Venza, influencer e blogger intervenuto sulla vicenda: “Purtroppo è tutto vero e si tratta di un argomento delicatissimo. La setta satanica è una cosa seria e spero che si vada fino in fondo in questa storia. Io ero al corrente di molte cose che Adua non ha ancora detto. All’interno di questa setta c’era gente che è finita in ospedale o addirittura ha tentato il suicidio.”
Spesso, infatti, si crede che il satanismo sia qualcosa di lontano dal nostro mondo, qualcosa che riguarda pochi squilibrati, che non interessi personaggi influenti o poteri forti; la realtà, invece, per quanto ovviamente non del tutto manifesta, vista la pericolosità della tematica, è ben diversa, e analizzarla con la dovuta razionalità, far in modo che non abbia influenze, talvolta subliminali, talvolta evidenti, soprattutto nei più giovani, non è bigottismo, ma saggezza.
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