Sarà davvero come ai tempi di Noè?

Dopo la devastante alluvione a Valencia, con centinaia di morti e danni incalcolabili, ecco arrivare una improvvisa eruzione a Giakarta, in Indonesia, laddove il vulcano Lewotobi Laki-Laki che sorge ad est dell’arcipelago ha causato dieci morti.
La fitta colonna di lava e cenere ha ricoperto diversi case rurali alle pendici del vulcano, costringendo turisti e residenti ad abbandonare i villaggi. Orbene, anche se il paragone potrebbe apparire fuori luogo, visto che ad ogni calamità si trova sempre una giustificazione umana e si cerca subito il colpevole, è a causa dei cambiamenti climatici che è avvenuta l’eruzione? E’ forse colpa del dissesto idrogeologico? E’ per effetto della spinta delle placche tettoniche che succede questo?
Scusate l’ironia, ma come mai dopo ogni calamità si cerca forsennatamente di trovarne la causa piuttosto che riflettere e chiedersi perché terremoti, uragani, tempeste, eclissi, inondazioni sono in costante aumento proprio adesso?
Beh, se l’uomo della strada non sa che pesci prendere e l’uomo religioso o spirituale borbotta, a denti stretti, che probabilmente Dio si sta stancando, anche se lo dice forse senza esserne convinto…, il dato di fatto è che le calamità si vanno intensificando di ora in ora senza che l’umanità si ferma un attimo a riflettere!
Ma se il Signore stesso ci avverte che negli ultimi tempi “sarà come ai tempi di Noè” (Matteo 24:37 – Luca 17:26), cosa accadeva di strano in quell’epoca? Gesù faceva associazione tra l’epoca diluviana e le alluvioni e le eruzioni dei tempi attuali? Allora si mangiava e si beveva, ci si sposava, si vendeva e si comprava eccetera, come a dire che malgrado gli avvertimenti di Noè il mondo restava indifferente: e oggi?
Beh, anche se adesso non c’è Noè che allerta il mondo, Dio sta avvertendo tutti attraverso la natura e il clima, sicché  l’uomo del terzo millennio non si limita, come a quel tempo, a mangiare soltanto, ma è arrivato addirittura a “innalzare” il cibo e venerarlo persino in tivù (vedi Masterchef, cucine da incubo etc). Parimenti, l’uomo moderno non beve solamente ma si è spinto ad “esaltare” il vino (vedi le numerose Fiere del “calice divino”), tanto che l’Unesco lo ha riconosciuto come patrimonio dell’Umanità!
Altresì, benchè anche oggi si “prende” moglie e si va a “marito”, nonostante è più corretto affermare che oggi son più le convivenze che i matrimoni, perchè questa distinzione tra prendere moglie e andare a marito? E’ naturale che chi prende moglie è l’uomo e chi prende marito è la donna, ragion per cui era più semplice dire che la gente si “sposava”.
E se la scrittura volesse dirci che anche allora era presente l’adulterio e l’omosessualità? Se, per ipotesi, il “prendere” moglie” potrebbe riferirsi agli adulteri di quel tempo che “rubavano” le spose altrui, e “l’andare a marito” potrebbe riferirsi agli omosessuali che sceglievano come loro partners altri uomini, non troveremmo una perfetta analogia con la cultura gay del nostro tempo?
E che dire del commercio, dove il dio denaro domina la società in lungo e in largo? Pertanto, se Cristo medesimo dava questo avvertimento ai suoi, siamo sicuri che il tempo presente è del tutto diverso dall’epoca di Noè?
Salvatore Di Fede.
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