Quando l’Apostolo Paolo ha scritto la lettera a Filemone, era prigioniero a Roma. Secondo il costume del tempo, egli era senza dubbio incatenato a una guardia e, scrivendo la lettera, oltre che vedere la guardia, sentiva il rumore delle catene. Tutto questo era un costante promemoria della sua condizione di carcerato. Tuttavia per tre volte Paolo menziona che egli è prigioniero di Gesù Cristo e dell’Evangelo.
Quale importanza ha questa dichiarazione di Paolo in relazione con la sua momentanea condizione?
Egli, probabilmente, non vedeva una guardia romana all’altra estremità della catena, ma piuttosto Gesù Cristo!
L’uomo di fede non vede la schiavitù, ma la provvidenza di Dio; nulla avviene nella nostra vita senza prima passare sotto il controllo del nostro amorevole Padre celeste.
Che cosa vedi tu all’altra estremità della catena che ti lega?
Vedi la tua compagna, il tuo lavoro, il tuo peccato, i tuoi fallimenti, le tue circostanze?
Non sarebbe invece più opportuno essere disposto a vedere Gesù Cristo come colui che ti permetterà di riposare, sapendo che il risultato finale sarà a tuo beneficio?
Dobbiamo tutti (come credenti, seguaci di Gesù) imboccare questa strada della fede, senza la quale non possiamo piacere a Dio.
Le caratteristiche particolari di questo percorso variano per ogni credente, essendo fatte “su misura” da un Padre amoroso, ma i risultati saranno sempre gli stessi.
“Perché la nostra momentanea, leggera afflizione ci produce un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria” (2 Corinzi 4:17).
La grandezza della fede non sarà valutata in base alle promesse di Dio che hai potuto sperimentare fino a oggi, o ai beni materiali che possiedi, o ai benefici per la tua salute che hai ricevuto; la grandezza della tua fede dipende dal tempo che sei disposto ad aspettare per l’adempimento della promessa.
Che penseresti di un contadino che semina il suo grano e il giorno seguente si mette a percorrere su e giù il campo con la mietitrice?
Considereresti il contadino sciocco, perché non ha imparato ad aspettare quello che Dio ha gia preordinato che avvenga, anche se in modo non visibile.
Così avviene con le promesse di Dio, dobbiamo saper aspettare, cioè avere pazienza.
La grandezza della fede si dimostra con il credente che si riposa fino al raccolto, sapendo che nel tempo dell’attesa l’opera che deve realizzarsi è un’opera soprannaturale che solo Dio può portare a termine.
A volte risulta più facile arrendere la vita fisica che arrendere l’io, ma una grande fede si manifesta anche nelle cose piccole e insignificanti della vita.
Una volta completata la lezione sulla fede, saremo più disposti ad accettare senza discutere tutto quello che Dio ci dice.
Saremo meglio equipaggiati per non confidare più nei nostri idoli, in quello che sentiamo o vediamo; capiremo che dobbiamo confidare SOLO in Lui.
Tratto da: http://www.incontraregesu.it/
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