«Bene la sanzione Antitrust a TikTok per i controlli inadeguati sui contenuti che minacciano i minori, ma il problema di fondo resta la facilità con cui i minori possono creare profili personali e navigare sui social network violando i limiti normativi. Chiediamo al Parlamento di intervenire alzando da 14 a 16 l’età del consenso online, come suggerito dal Regolamento generale sulla protezione dei dati dell’Unione Europea (GDPR), e di imporre verifiche effettive dell’età degli utenti, come l’invio della copia di un documento di identità o un pagamento fittizio con carta di credito, garantendo la protezione di questi dati sensibili. Importante anche la formazione e sensibilizzazione dei genitori, spesso ignari dei contenuti violenti e dannosi per i loro figli. Pro Vita & Famiglia ha avviato da tempo la campagna “Piccole Vittime Invisibili” sui pericoli del web e in particolare sull‘iper-sessualizzazione dei minori che vede dati allarmanti: più di un bambino su quattro tra gli 11 e i 16 anni ha sperimentato qualcosa di “sconvolgente”, ma solo uno su cinque ne ha parlato con qualcuno. Ricordiamo poi che proprio su social come TikTok trovano ampia diffusione video di promozione dell’identità di genere “fluida”, che spingono migliaia di bambini e ragazzi a credere di essere nati nel “corpo sbagliato” e a desiderare di intraprendere percorsi di “transizione” fortemente dannosi per la salute.» Così Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus.
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