Il candidato alle primarie del Partito democratico: «Se sarò eletto presidente sosterrò con forza, e avrò il coraggio di farlo, il controllo della popolazione soprattutto nei paesi poveri».
Bernie Sanders, uno dei favoriti alle primarie del partito democratico per sfidare alle elezioni presidenziali americane del 2020 Donald Trump, ha la soluzione per combattere i cambiamenti climatici: diffondere l’aborto. Il senatore democratico ha dichiarato a una tavola rotonda sul global warming organizzata dalla Cnn che, se diventerà presidente, «sosterrà con forza il controllo della popolazione».
ESTINGUERE L’UOMO PER SALVARE LA TERRA
I neomalthusiani non rappresentano certo una novità e un astro nascente del Partito democratico come Alexandra Ocasio-Cortez aveva già applaudito quei giovani che per non pesare troppo sul Pianeta scelgono di non fare figli. Meglio estinguersi che danneggiare la Terra. Ma un conto è scegliere di estinguersi, un altro è imporre l’estinzione.
A chi? Ovviamente non alle famiglie degli Stati Uniti dove, sostiene Sanders, «le donne hanno già il diritto di controllare i propri corpi e prendere decisioni riproduttive», che nella novalingua progressista significa abortire.
DECIMARE L’AFRICA
È l’Africa che deve smettere di fare figli: «Io appoggio in modo davvero davvero convinto il controllo della popolazione sopratutto nei paesi poveri», ha aggiunto il “socialista democratico”. «In questi paesi le donne non vogliono necessariamente avere un gran numero di bambini e possono avere l’opportunità di controllare il numero di figli».
Per Sanders, «educare tutti alla necessità di limitare la crescita della popolazione è una campagna ragionevole da portare avanti e io sarò abbastanza coraggioso da farne uno dei punti chiave per affrontare la catastrofe climatica».
«BASTA COLONIZZAZIONE IDEOLOGICA»
Peccato che gli africani non siano affatto d’accordo. Come ricordato dall’attivista nigeriana Obianuju Ekeocha, in un’indimenticabile intervista alla Bbc del 2017, «quando un paese occidentale viene in Africa e cerca di imporre l’aborto sotto forma di aiuto “umanitario” non fa che comportarsi come i colonialisti di un tempo. Quella che voi chiamate lotta per combattere la povertà è in realtà una forma di colonizzazione ideologica».
Oggi la battaglia per la diffusione dell’aborto in Africa non si fa più nel nome della lotta alla povertà, ma in quello della lotta ai cambiamenti climatici. Ma la sostanza non cambia. Dichiarava ancora Ekeocha, ingegnere biomedico e fondatrice di Culture of Life Africa:
«Sinceramente non capisco perché ci sia la necessità di garantire alle donne africane il diritto all’aborto. Nell’80 per cento dei paesi africani l’aborto è illegale. Non perché non possono legalizzarlo, abbiamo parlamenti e governi in Africa, ma perché la stragrande maggioranza degli africani rifiuta l’aborto. Non capisco, se la stragrande maggioranza degli africani non vuole l’aborto, perché l’Occidente dovrebbe spendere soldi per cercare di introdurlo? Perché le donne africane dovrebbero avere la contraccezione? Chi siete voi per decidere? In Africa non c’è richiesta di contraccettivi. Quello che la gente vuole e chiede ogni giorno è cibo, acqua, servizi sanitari di base e scuole. Basta parlare con gli africani a casa loro per saperlo».
IL NUOVO NUMERO DI TEMPI
Per sincerarsene Sanders potrebbe comodamente prendere un aereo e andare in Africa. Forse non lo fa per risparmiare emissioni di CO2 o forse perché troppo impegnato nella sua battaglia ideologica che vede nell’uomo il vero nemico dell’ambiente, invece che il suo potenziale alleato. E proprio a questo tema sarà dedicata la copertina del prossimo numero di Tempi: “Toglietevi dalla testa di salvare il Pianeta”. Un titolo provocatorio per spiegare, con ampi servizi, che serve «più umiltà e meno ideologia. L’uomo non è il padrone del mondo e nemmeno il suo cancro. Dall’Amazzonia al global warming, qualche numero per non soccombere alla religione ambientalista».
Foto Ansa
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