Teheran – Lunedì mattina, Saeed Abedini, il giovane pastore iraniano condannato a 8 anni di carcere, di cui uno già trascorso nela famigerata prigione di Evin, non ha potuto vedere il papà che gli aveva portato medicine, effetti personali e una coperta per tenersi caldo. Glielo l’hanno vietato le autorità penitenziarie. Saeed è stato recentemente trasferito nel carcere di Rajai Shahr. E’ in una cella con i criminali e stupratori più violenti. Costruito per ospitare 5.000 carcerati, il luogo di pena, stando a quanto scrive l’American Centre for Law and Justice, è in realtà sovraffollato: quasi 22.000 detenuti, che non hanno accesso ad aria fresca, alimentazione appropriata, esposti alla diffusione di malattie. Si teme che le condizioni di salute di Saeed peggioreranno. Si chiede di continuare a pregare e a sollecitare l’intervento di parlamentari.
Firma la petizione per la liberazione di Saeed:
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