Sabrina e l’adolescenza

adolescenti1La testimonianza di Sabrina è un’esortazione per quei giovani adolescenti che non si vogliono arrendere all’amore di Dio, e per i loro genitori, affinché non vengano meno nell’ammaestrarli nella Via da seguire.Mi chiamo Sabrina, ho vent’anni e sin da bambina frequento la Chiesa Evangelica Betania di Varese. Sono nata in una famiglia di credenti e soprattutto sono grata a Dio di appartenere alla famiglia del pastore. Da sempre ho frequentato la scuola biblica e ogni riunione in chiesa, questo grazie anche al supporto di tutta la mia famiglia. Mi piaceva frequentare le lezioni e le riunioni perché era bello e anche perché condividevo queste cose con coloro che consideravo amici ed amiche.

Arrivata all’età di 12 anni (il secondo anno delle scuole medie), iniziai a frequentare brutte compagnie al di fuori della chiesa. Cominciai cosi a ribellarmi: non desideravo più come prima andare in chiesa, ma volevo uscire con la compagnia; i miei genitori erano contrari a questo perché sapevano che mi avrebbe portato lontano da Dio, così lo facevo di nascosto. Io e la mia migliore amica (anche lei frequentava la chiesa), organizzavamo come uscire e anche come far sì che i nostri genitori non lo venissero a sapere. Dentro al mio cuore sentivo che non dovevo farlo, perché la Parola di Dio dice: “Onorerai tuo padre e tua madre, affinché i tuoi giorni siano lunghi sulla terra che l’Eterno, il tuo DIO ti dà” (Esodo 20:12); sapevo che non dovevo disubbidire ai miei genitori. L’amicizia purtroppo, a volte può portare a far fare cose che in realtà non si vorrebbero fare, cosi iniziai ad interessarmi alle cose del mondo: i ragazzi, le compagnie, i divertimenti, la magia, ecc.

Continuavo a frequentare ugualmente tutte le riunioni in chiesa, perché ero obbligata dalla mia famiglia, ma nonostante fossi lì con il corpo, il mio cuore era lontano da Dio. All’età di 14 anni, i miei genitori decisero di mandarmi in un campeggio cristiano con la mia amica durante le vacanze estive. Noi, chiaramente, non volevamo andarci perché volevamo uscire con i nostri amici e non “passare le vacanze a pregare”, ma obbligati dai nostri genitori ci andammo. Una volta arrivate li, ci sentivamo come dei pesci fuor d’acqua, ma con il passare dei giorni ci abituammo all’idea. Intanto il Signore, tramite le riunioni di ogni giorno, continuava a parlare al mio cuore, finché una sera fui battezzata con lo Spirito Santo. Il mio cuore provò una grande gioia e una grande liberazione che non si può spiegare. Mi sentivo libera, libera da ogni mio peccato e soprattutto felice per come riuscivo a sentire l’amore di Dio in me.

Cosi trascorse l’estate e ritornai a casa, da lì iniziai ad avere problemi, perché volevo raccontare a tutti ciò che mi era accaduto, ma ero frenata perché certamente i miei amici mi avrebbero presa per matta. Per di più, la mia compagnia mi continuava a chiamare per uscire con loro e io non riuscivo a dire di no, perché avevo paura di restare senza amici. Cosi facevo una doppia vita: frequentavo la chiesa e uscivo con la mia compagnia. Mi allontanai dal Signore ancora una volta per un anno e mezzo, finché una domenica il pastore, invitò i giovani a seguire il corso per il battesimo in acqua. Decisi di frequentarlo, perché mi interessava e anche perché il pastore mi spronava ad essere d’esempio agli altri giovani, essendo sua nipote. Frequentai il corso e il 21 maggio 2006 fui battezzata in acqua, accettando Gesù come personale salvatore.

Qualche settimana dopo, un fratello della chiesa, domandò a mio padre se volevamo andare in vacanza da loro in Sardegna. Mio padre accettò l’invito e durante quelle vacanze il Signore continuò a parlarmi e mi fece capire molte cose. Una volta tornati a casa continuai ad uscire con la mia compagnia per qualche settimana, ma il Signore mi fece capire che non riuscivo più a divertirmi con loro e mi fece anche vedere come essi erano in realtà; in altre parole, che “non erano dei veri amici, perché si tradivano l’un con l’altro, e soprattutto perché non facevano altro che farmi allontanare dalla Sua presenza”. Egli mi mise in una situazione tale per cui non potevo più rimandare, dovevo prendere una decisione. Un giorno decisi di non frequentarli più e lasciai il mio ragazzo, con il quale ero assieme da un annetto, perché mi rendevo conto di disubbidire a ciò che c’è scritto in 1 Corinzi 15:33: “Non v’ingannate; le cattive compagnie corrompono i buoni costumi“.

Iniziai a frequentare i giovani della chiesa e il Signore mi mise davanti uno di loro. Pregando insieme Dio, Egli rispose alle nostre preghiere e ci fidanzammo. Ora servo il Signore, come Egli vuole davvero e lo ringrazio per tutto ciò che ha fatto per me.
Giovane o adulto che tu sia, accetta il Signore Gesù nella tua vita e vedrai che non ti tradirà e non ti lascerà mai. Egli è l’unico che ti può liberare da ogni cosa.
Questo versetto della Bibbia si è realizzato appieno nella mia vita grazie all’ubbidienza dei miei familiari: “Ammaestra il fanciullo sulla via da seguire, ed egli non se ne allontanerà neppure quando sarà vecchio” (Proverbi 22:6). Quindi a te che sei genitore, ti incoraggio ad ammaestrare fin dalla piccola età i tuoi figli nelle Vie del Signore affinché possano camminare in esse.

Tratto da: http://www.betaniachiesaevangelica.it/

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