Roma: “Il Noi Festival” un indimenticabile momento di lode, adorazione e speranza

Si è svolto il 4 e il 5 novembre a Roma presso il Palazzo dello Sport, “IL NOI FESTIVAL” Franklin Graham percorre le orme ereditate del padre Billy, con la stessa tenacia e passione. Il predicatore Franklin dal suo primo evento evangelistico nel 1989 ha tenuto più di 325 iniziative in 55 paesi e dopo il riscontro positivo dello scorso ottobre Franklin Graham, insieme con la Billy Graham Evangelistic Association (BGEA) e a diversi pastori appartenenti a più di 700 chiese Evangeliche, unite dallo stesso cuore spirituale, hanno lavorato per la proclamazione del Vangelo.

 Il 3 novembre attraverso iniziativa del Senatore Lucio Malan, lo straordinario evento venne promosso in anteprima nella conferenza tenutasi a Palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica Italiana.

Nella prima  serata di apertura Franklin  Graham attraverso la traduzione del fratello Daniele  Pasquale, ha ricordato l’impegno della Samarithan Purse assunto a Cremona durante la pandemia del Coronavirus, (vedi Notizie Cristiane del 15 aprile 2020, 23 maggio 2020, 15 dicembre 2021) conducendo tutto lo stadio a una riflessione inerente all’attuale conflitto in Gaza. “Migliaia di morti…! E nessuna speranza per chi è senza Dio!”

“Non sono venuto a Roma né per parlare di questa straordinaria città né per predicare una religione. Sono venuto per raccontare come si possa avere un rapporto personale, autentico con Dio attraverso la fede in Suo Figlio Gesù Cristo”.
Il messaggio dell’evangelizzatore focalizza l’attenzione sul cieco di Gerico. Bartimeo, invalidato a ogni attività sociale e lavorativa, mendica seduto ai margini della strada abbandonato, rifiutato e sbeffeggiato dalla vita; una situazione di marginalità disperata ed esasperata dalla cultura ebraica del tempo; infatti, i ciechi non potevano assumere ruoli sacerdotali, non potevano leggere la Legge, avere le più fondamentali manifestazioni di vite relazionali: tutte conseguenze derivate dagli sguardi del popolo.  Franklin focalizza la testardaggine di Bartimeo riferendosi ai disperati e agli anonimi alla ricerca di Gesù. Grazie alla propria tenacia, il cieco riesce a incontrare Gesù che chiama “Figlio di Davide” Bartimeo risulta, paradossalmente, più aruspice della folla circa la “visione” dell’identità di Gesù. Grida con tutta la forza della sua disperazione ed è assolutamente insistente, Matteo 10:46-54; Matteo 20:29-34; Luca 1:35-43.

Sono audaci i gesti compiuti da Bartimeo che chiamato da Gesù, getta via il mantello senza preoccuparsi dell’unica ricchezza in possesso di uomo emarginato. Balza in piedi e va da Cristo. La fede lo spinge a voler seguire Gesù, ad affidarsi a Lui, abbandonando ogni sicurezza materiale.

18.000 intervenuti a ringraziare, lodare e adorare Dio

Franklin prima di addentrarsi nel messaggio di salvezza, invita la folla a una scelta: “Tu sai che hai un’anima, uno Spirito che vive dentro di te e il tuo Spirito vivrà lungo tanto quanto Dio. O sarai alla Sua presenza o separato da Lui, all’inferno. La tua anima passerà l’eternità in cielo o all’inferno. E così la decisione che prenderai stasera potrebbe cambiare il destino della tua anima… la Bibbia dice: Che giova all’uomo se guadagna tutto e perde l’anima sua?  E darebbe l’uomo in cambio dell’anima sua? Molti uomini qui stasera, stanno correndo lo stesso rischio.”

Leggiamo di un uomo che ha rischiato di perdere la sua anima. Luca nel capitolo 19 racconta di Zaccheo, “il capo dei pubblicani”, ricco esattore delle imposte per conto dei Romani.  Zaccheo, voleva conoscere Gesù e dovette superare alcuni ostacoli per vederlo. L’essere  di bassa statura gli impediva di vedere il Maestro essendo attorniato da persone più alte di lui.  Avrebbe potuto ritenere impossibile realizzare il suo progetto e rassegnarsi, anche per il disagio di sentire i commenti e le critiche della folla nei suoi confronti, che lo odiava perché collaborava con i romani. Era un uomo corrotto, bugiardo e imbroglione (si era arricchito frodando i contribuenti). Non provò né paura né vergogna, ma proseguì imperterrito nel suo proposito salendo su un albero.  Gli interessava ardentemente vedere Gesù. Zaccheo aveva l’opportunità di togliersi il peso che lo opprimeva, di trasformare la propria vita. Gesù vedendolo sull’albero gli parlò e Zaccheo scese in fretta, lo accolse pieno di gioia. Un incontro soprannaturale che può cambiare radicalmente la vita e trasformare ogni aspetto.

“Forse ti senti piccolo agli occhi di Dio, e che a Lui non importa di te e la tua vita non ha valore? La tua vita è importante per Dio! Lui ti ha formato, ti ha creato, e ti ama”.

“La Parola di Dio è verità, non la conosco tutta ma credo a tutto. In Giovanni 3: 16 dice: Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna”.

“Il peccato ti ostacola di andare a Gesù. Cos’è il peccato? E’ la disobbedienza a Dio… Oggi si possono fare cose che cinquant’anni fa non si potevano fare; che gli standard sono cambiati? Il mondo sta cambiando, la Bibbia va aggiornata? Permettimi di dire una cosa, le leggi di Dio non cambiano! Sono le stesse ieri, oggi e fra un milione di anni.”

“Cos’è peccato… Rubare, mentire quello è peccato, oppure, il sesso non è peccato se consumato nell’unione matrimoniale, ma il sesso fra uomo e donna e non due dello stesso sesso. L’omicidio è un peccato, mi dicono che si va in carcere per molto tempo. E l’aborto? E’ un omicidio! E’ legale! Sì è vero in gran parte dei paesi occidentali, ciò non significa che perché sia legale sia giusto davanti a Dio! Dio ci ha fatti e ci hai creati e la vita comincia col concepimento”.

Mentre il coro italiano intona il cantico “Vieni come sei”, dagli spalti migliaia di persone di diverse etnie ed età rispondono all’appello di ricevere perdono e salvezza: “Dio ti ama e ama tutti voi!”.

Il congresso giunge al termine e la preghiera recitata da Franklin Graham chiude la serata: “Caro Dio, sono un peccatore, mi dispiace dei miei peccati, perdonami! Credo che Gesù Cristo è tuo figlio! Credo che è morto sulla Croce per i miei peccati, Credo che l’hai risuscitato e voglio affidarmi a te, che entri nel mio cuore e prendi il controllo della mia vita. Voglio fidarmi di Gesù come mio Salvatore e voglio seguirlo come mio Signore e prego questo nel nome di Gesù! Amen”.

Predicare non significa soltanto salire su un pulpito e proferire parola. Tutta la nostra vita è predicazione anche quella non specificatamente verbale ma di testimonianza in casa, a scuola, al lavoro, al supermercato, in ospedale ecc. Franklin Graham per due giorni, ne ha dato conferma omettendo di parlare di se stesso, ma ognuno di noi è come se vedesse rappresentata la sua vita su uno schermo immaginario.

Con appassionata devozione, quale ministro di Dio, ha trasmesso il messaggio esortativo e edificante di fare la scelta decisa verso Cristo.  La chiesa svolge un ruolo importante. E insostituibile quando viene predicata la verità Biblica. Sono coinvolti due ruoli ben distinti che combaciano intrecciandosi. Il principio è che quando DIO affida la Parola, l’importanza è primaria. Una duplice responsabilità investe sia chi diffonde e sia chi riceve il messaggio nell’annunciare con franchezza tutto il consiglio di Dio.

“…perché io non mi sono tirato indietro dall’annunciarvi tutto il consiglio di Dio.” Atti degli Apostoli 20:27

Lella Francese


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