Riscoprire se stessi nell’imprevedibilità

Quando pensiamo alle nostre scelte, alla nostra vita, spesso siamo condizionati da un pensare infantile: quando finirò di studiare, quando arriverà il momento giusto, quando troverò il partner ideale ecc…. Quando sarà il momento dirò, farò e sarò. E’ questa un’illusione infantile, tipica del pensiero del bambino nei primi sette anni di vita che non essendo basato su criteri logici come il pensiero dell’adulto si prospetta magico. La corrente di pensiero psicoterapico, definita analisi transazionale dallo psichiatra Eric Berne, ci ha aiutato a capire che noi ci portiamo sempre il bambino del passato dentro che agisce, inconsapevolmente contaminando il passato con la realtà. In termini definiti dallo psichiatra il Bambino invade l’adulto (Eric Berne, analisi transazionale e psicoterapia ed Astrolabio 1971). Da psicologo e psicoterapeuta non posso non tener conto del concetto espresso dallo psichiatra Berne circa le Idee Fisse quando un individuo fa affiorare alla coscienza pensieri, sentimenti e comportamenti dell’infanzia vissuta e li confonde con il presente. Le Idee fisse si configurano illusorie nel trovare la soluzione al problema del presente. Potremmo ritenere le idee fisse una modalità magica in grado di risolvere i problemi attraverso il tentativo di ottenere ciò che è mancato nel passato. In realtà, si accompagna a questo aspetto un altro significativo processo riguardo l’illusione: evitare la tensione dell’imprevedibilità della vita. Sappiamo che l’uomo è per natura sia razionale che irrazionale, sia controllo che impulsività. Quando le facoltà del razionale pretendono di giustificare ogni evento come il prevedere il futuro per assicurarsi quel passato mancato, ecco che un problema. Nella pedagogia psicologica di Gesù il sermone alle preoccupazioni «Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena (Matteo 6, 25, 34) è un chiaro monito alla consapevolezza dell’illusione. Alla razionalità e all’imprevedibilità ma al contempo alla fiducia del vivere.

L’illusione del controllo diventa la pretesa dell’Io onnipotente, della razionalità sulla irrazionalità sull’emotività, sulla creatività. Non è un mistero che viviamo di una realtà sempre più scissa, meno empatica e relazionale. Non possiamo controllare l’imprevedibilità con la sola razionalità e lo sa bene Kant quanto afferma che la ragione, è un’isola nell’oceano (Kant E critica della ragion pura Adelphi 2000). La forza di spirito che si richiede all’uomo moderno è quella di scoprirsi giorno per giorno per vivere in pienezza il proprio essere mettendo in cantiere l’imprevedibilità dell’esistenza. Siamo chiamati a dare senso alla nostra vita attraverso una riconciliazione che contempli il passato e il presente, il razionale e l’irrazionale, il controllabile e l’incontrollabile, l’umano e il trascendente per giungere a trovare se stessi, «Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?» (Luca 9, 23-26)

Ritrovare noi stessi è anche smettere di pretendere di controllare l’illusione del bambino interiore che vive nella pelle della persona del presente. Quando riusciamo a prendere consapevolezza delle illusioni del passato la vita assume tutt’altro aspetto e anche la fede nel futuro ci fa integrare la concretezza con la speranza.

Pasquale Riccardi | Notiziecristiane.com


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