RIFORMA ALL’INSEGNA DI UN ECUMENICA TRASVERSALE, PERCHÉ?

(Tratto dalla rivista: Studi di teologia N.57; autore: Prof. Leonardo De Chirico)

1517-2017: Il 500° anniversario della Riforma protestante si è aperto, da parte di papa Francesco, all’insegna di un’ecumenica trasversale e che pone l’accento sulla “commemorazione” piuttosto che sulla “celebrazione” e questo perché la Chiesa cattolica non ritiene di dover celebrare Martin Lutero in quanto lo ritiene responsabile di aver attentato al dogma papale e all’ istituzione romana sul piano dottrinale tanto da essere stato accusato e condannato come eretico, da parte loro. Lo ritiene inoltre il responsabile di aver osato e avuto il coraggio di intraprendere un movimento di riforma dottrinale sulle strutture di pensiero e ecclesiastiche dell’istituzione romana.

Durante la commemorazione di Lund del 31 ottobre 2016, papa Francesco, ha fatto delle allusioni aperturistiche e anche con forti dosi di ambiguità nel dire che la Riforma ha delle istanze genericamente plausibili quali il richiamo alla Scrittura e l’istanza di rinnovamento, sottovalutando e svalutando il richiamo ai cinque Sola.

Papa Francesco è convinto che già da subito siano subentrate delle motivazioni e azioni politiche che l’hanno “confessionalizzata” determinando lo strappo riprovevole; da un lato si culla sull’idea che Lutero sia sempre stato figlio di Santa Romana Chiesa e dall’altro che l’abbia indebolita con la portata dottrinale della Riforma facendola diventare un movimento più caratterizzato dalla politica che dalla teologia.

Il Concilio di Trento ha interpretato la Riforma in tutta la sua portata e le ha dedicato gran parte dei suoi lavori, in conclusione ha affermato con forza: “Che la dottrina romana del canone della Scrittura, del peccato originale, della giustificazione, dei sacramenti è in contrapposizione alle posizioni della Riforma”. Questi sono temi di portata teologica e non questioni ecclesiastiche. La preoccupazione decisiva di Trento e tutto il suo lavoro svolto è stato teologico perché la Riforma fu prima di tutto un movimento teologico che mise Roma in posizione di dover dare delle risposte in merito alla visione della salvezza e alla struttura sacramentale della chiesa.

Oggi il papa sminuisce il risultato del lavoro raggiunto dal Concilio di Trento sostenendo che tutto questo è secondario e che è stata la politica ecclesiale che ha generato la Riforma e la Controriforma mentre la teologia è stata usata in modo strumentale per smascherare un conflitto di interessi politici. Questa presa di posizione e queste affermazioni da parte di papa Francesco denotano un disinteresse per la teologia e della sua persistenza nel voler de-centralizzare le questioni teologiche a favore del primato morbido della “misericordia” che accetta tutto senza problematizzare nulla, tipico della cattolicità romana e asserisce (papa Francesco): “Visto che oggi non siamo più ossessionati dalla contesa di politica confessionale e visto che le divergenze teologiche furono solamente secondarie è possibile procedere verso la piena unità più cattolica ma pur sempre dall’accento romano.

Quali evangelici riformati desideriamo porre delle domande su alcuni punti fondamentali a papa Francesco auspicando a un suo riscontro:

  1. Davvero la Riforma fu figlia della politica e solo in seconda battuta della teologia?
  2. Davvero il pensiero di Lutero fu così politicizzato da non essere teologico?
  3. Davvero il Sola Scrittura coprì una vorace sete di potere?
  4. Davvero il Sola grazia fu un maldestro tentativo di coprire un disegno politico?
  5. Davvero il Sola Cristo nascose un progetto di egemonia ecclesiale?
  6. Davvero Trento capì poco quello che stava succedendo e fu preso dalla logica della reazione identitaria soltanto?

L’invito di Lutero di tornare alle Scritture per riscoprire il messaggio dell’evangelo è il perenne antidoto ai richiami di una religione autoreferenziale, da qualunque parte arrivi, anche se coperta di linguaggio cristiano. Anche se è giusto pentirsi e archiviare passati atteggiamenti di ostilità reciproca, non la possiamo superare con un irenismo sentimentale diminuendo l’importanza della teologia della Riforma.

La Parola di Dio ci insegna che l’unità la si coltiva nella verità accompagnata dalla carità.

Il binario biblico della verità nella carità è quello giusto per celebrare la Riforma e per rappresentare le istanze nel nostro tempo.

Luisa Lanzarotta | Notiziecristiane.com


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