Richiamo alla Chiesa… Lettera aperta di un Lettore!

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imag (1)Cari Pastori e fratelli nella fede, che fine ha fatto la “profezia” nelle chiese attuali? Mi spiego. Davanti ai conflitti recenti (Siria, Libia, Egitto, Ucraina) e, non ultimo, le stragi perpetrate dagli jihadisti del Califfato iracheno ISIS contro i civili (sempre musulmani!) dello stesso Iraq, dov’è il segnale di “allerta” della Chiesa?

 E davanti agli innumerevoli fenomeni climatici che han caratterizzato quest’estate (sulla carta), tipo alluvioni, trombe d’aria, frane, eruzioni Etna e Stromboli, di cosa parla la Chiesa durante gli incontri? E davanti alle stragi familiari che si susseguono nel nostro paese, da nord a sud, di cosa si preoccupa la Chiesa? E davanti alla storica visita del papa romano alla comunità evangelica di G. Traettino, come fa a stare serena la Chiesa? E dinanzi alla “immoralità” preponderante che, probabilmente, riconoscerà il reato dell’omofobia (.), a cosa pensa la Chiesa? Insomma, fratelli e Pastori, il cuore della cristianità professante, almeno nel
nostro paese, batte ancora per Cristo? Io credo di no, e non per essere pessimista bensì perché son realista biblicamente parlando. Nemmeno all’epoca dello tsunami del 2011 in Giappone, le chiese protestanti – quantomeno italiane – han trattato l’argomento per “allertare” il popolo, ad eccezione di qualche comunità (nella mia comunità Bethel di Bari, ad esempio, non si parlò per niente dell’evento), sicché troviamo riscontro di quanto predetto da Gesù in tema di ULTMI TEMPI: “sarà come ai tempi di Noè”, si mangiava e si beveva….” (Matteo 24,37)….; oggi si vive in maniera diversa da quell’epoca, fratello?

La Bibbia è tutta quanta parola “profetica”, nel senso che parla di eventi profetizzati e letteralmente adempiutisi, e parla di eventi futuri che dovrebbero essere dei CAMPANELLI DI ALLARME per le sentinelle moderne: ma dove sono le sentinelle oggi e i pastori veglianti? L’Iran sta approfittando del “rumore di guerre” in Medioriente per continuare ala sua corsa al nucleare (lo userà contro Israele?), mentre la Chiesa – in generale – pensa all’ecumenismo piuttosto che leggere, negli avvenimenti odierni, l’adempimento profetico di cui parla il Signore. Credo che sia ora di dire basta con la dottrina e con i temi umanistici, benché utili tuttavia, ma non bisogna trascurare l’importanza della “parola profetica” applicabile agli eventi politici e culturali attuali (2^ Pietro 1,19). Spero che questo mio monito (che parte dal cuore e dalla sofferenza interiore di vedere una Chiesa tiepida e distratta) possa trovare spazio nel sito, come avvenuto per altre tematiche importanti. Shalom!

Salvatore Di Fede

notiziecristiane.com

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