Loredana vuole invitare, con la sua testimonianza di fede, a ricevere Gesù nel proprio cuore e incoraggiare chi desidera un figlio a non stancarsi mai di chiederlo a Colui che è l’autore della vita, anche quando i medici non danno alcuna speranza.
Mi chiamo Loredana ho quarantasei anni, sono nata a Varese e vorrei condividere con voi la mia esperienza di fede.
Provengo da una famiglia cattolica, benestante e fin da bambina mi è stata insegnata l’educazione e il rispetto per gli altri. Ho frequentato assiduamente il catechismo e ho fatto parte del coro della chiesa del mio paese fino all’età di diciassette anni. Crescendo iniziai a frequentare l’ambiente delle discoteche con le amiche di scuola e, si sa, in quegli ambienti è facile entrare a far parte di una “compagnia” sbagliata. Avendo un carattere buono e, ora lo dico, ingenuo, mi sono lasciata coinvolgere in parecchie azioni negative il che mi ha portato anche ad avere problemi con la legge, sempre per colpa di altri.
Il Signore, però, già mi stava parlando da qualche tempo, anche se non me ne rendevo conto, così pian piano mi allontanò da quella compagnia e io iniziai a frequentare un’altra discoteca cambiando genere di amici.
Qui incontrai per la prima volta Marco (che tuttora è mio marito), un giovane alto, spigliato, simpatico e che mi faceva ridere: proprio quello di cui avevo bisogno. Ci fidanzammo nel luglio del 1982 e decidemmo poi in seguito di sposarci nell’aprile del 1987. In quel periodo mio suocero andò in vacanza alle isole Mauritius e conobbe la fede in Gesù tramite la testimonianza di un abitante del posto. Ritornato dalla vacanza cominciò a parlarci di quel Gesù vivente che vuole vivere nei cuori delle persone e cambiare le loro vite. “È diventato matto!” pensammo.
Ricordo che qualche giorno prima del nostro matrimonio ci regalò una Bibbia e disse che avrebbe pregato affinché noi avessimo accettato Gesù nel nostro cuore. Ci sposammo nella chiesa cattolica e così cominciò la nostra nuova vita di coppia. Una mattina Marco mi chiese dove avessi messo la Bibbia regalataci da suo papà e così gliela portai. Iniziò a leggerla e nei giorni a seguire la sua fame di lettura divenne a dir poco… nauseante! Niente aveva più importanza per lui, tranne il leggere la Bibbia, persino le sue attenzioni nei miei confronti erano scarse. Si dialogava appena perché in ogni frase c’era sempre quel “Gesù” e quel “gloria a Dio”. La mia pazienza di brava mogliettina finì per esaurirsi; in casa non potevamo più parlare e i pranzi e le cene erano diventate una sorta di lancio di piatti e bicchieri mentre mio marito continuava a ripetermi che Gesù mi amava, che voleva entrare nel mio cuore, ecc.
In lui vedevo il miglioramento, non potevo dire che non fosse cambiato: dalla sua bocca non uscivano brutte parole o imprecazioni come un tempo e aveva solo positività. Nel profondo del mio cuore cominciai a incuriosirmi. Era passato circa un mese dalla sua conversione quando una sera per sbaglio lo sentii pregare chiuso nella nostra camera e lì il Signore toccò con potenza il mio cuore perché capii che Marco stava pregando con tutto il cuore. Così aprii la porta e mi inginocchiai anch’io per pregare e sentii una pace mai provata prima. Quella sera il Signore ci riempì di benedizioni.
In seguito nel nostro cuore nacque il desiderio di fare il battesimo in acqua, come scritto nella Bibbia. La nostra vita tornò ad essere serena e avevamo la consapevolezza di avere fatto la scelta giusta.
Ora la nostra vita di coppia era rivolta alle cose del Signore e anche l’amore tra noi cresceva sempre più, al punto di desiderare di avere un bambino.
Dopo vari tentativi e nessun successo, ci siamo sottoposti a vari esami di routine. Risultato: coppia sterile, nero su bianco. Ci sarebbe stata una piccola possibilità se Marco si fosse sottoposto ad un intervento a Milano, e per amore lo fece, ma il risultato non cambiò. Oltre al danno psicologico, anche quello economico, poiché la clinica era privata e tanti erano stati i giorni di degenza in due. Era l’anno 1988 e ricordo sempre che il nostro caro pastore Angelo e la moglie ci incoraggiavano sempre a non demordere e a chiedere la grazia del Signore. Ogni qualvolta si recavano in vacanza ci spedivano una cartolina con raffigurati decine di bambini in fasce e io ogni volta ero in lacrime.
Passarono un po’ di anni e nell’autunno del 1995 rimasi incinta. Che bello, il Signore finalmente ci aveva risposto! Passarono due mesi poi… persi il bambino. Fu il buio totale, eravamo delusi, tanto delusi, ma il Signore continuava a ripeterci che ci amava. In una predica del pastore, una domenica ci esortò ad avere pazienza perché i tempi di Dio non sono i nostri tempi. Con l’aiuto del Signore abbiamo superato anche questa prova e in un certo senso tutto ciò ci ha resi più forti. La Chiesa ha sempre pregato per questo bisogno ed è anche grazie alle loro preghiere, insieme a quelle del pastore che il Signore ci ha voluto rispondere; non quando volevamo noi, ma quando lo ha deciso Lui. Nell’anno 2000, esattamente l‘8 maggio, è nata la nostra bambina Alessia! Le nostre lacrime sono diventate lacrime di gioia e ora la nostra famiglia è completa in Lui.
Nella nostra famiglia so che le prove non sono finite, ma qualsiasi cosa accadrà è sotto il controllo del nostro Signore e Lui per certo non ci abbandonerà perché è fedele.
Concludo invitandoti a ricercare il Signore Gesù nel tuo cuore e se lo farai sinceramente tu vedrai la gloria di DIO.
Che il Signore ti benedica!
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