Religione, Monarchia e Repubblica

religioni20small1

religioni20small1Trenta Paesi del mondo richiedono che i propri capi di Stato abbiano una particolare affiliazione religiosa.
(ve/pew) Una nuova indagine del Pew Research Center rivela che 30 paesi del mondo (15%) appartengono a un unico gruppo di nazioni che richiedono che i propri capi di Stato abbiano una particolare affiliazione religiosa. Da monarchie a repubbliche, i candidati (inclusi i discendenti di famiglie reali) in questi paesi devono appartenere a un gruppo religioso specifico.L’elenco include il Libano, che richiede che il suo presidente sia membro della Chiesa cristiana maronita. Mercoledì il parlamento libanese tenterà per la nona volta da maggio di assegnare la carica.

Musulmani, buddisti e cristiani
Oltre la metà dei paesi con restrizioni di natura religiosa per accedere alla carica di capo dello Stato (17) afferma che questa deve essere ricoperta da un musulmano. In Giordania, per esempio, l’erede al trono deve essere un figlio musulmano di genitori musulmani. In Tunisia qualunque votante musulmano, uomo o donna, nato nel paese può candidarsi alla presidenza. Anche in Malesia, Pakistan e Mauritania soltanto i cittadini musulmani possono aspirare alla carica di capo dello Stato.
Due paesi, il Libano e Andorra, richiedono che il capo dello Stato abbia una affiliazione cristiana. Il Libano prevede un requisito religioso anche per il primo ministro, che deve essere un musulmano sunnita.
Altri due paesi richiedono che il capo delle rispettive monarchie sia buddista: il Bhutan e la Thailandia. E un paese, l’Indonesia, richiede che il proprio capo di Stato sostenga la credenza ufficiale nella Pancasila. L’Indonesia è un paese a maggioranza musulmana; la Pancasila è una somma di “elementi culturali comuni” dell’Indonesia, inclusa la fede in Dio.
Una manciata di paesi non richiede una affiliazione religiosa particolare per i capi di Stato, ma limita le candidature alla carica ai laici. Otto paesi, inclusi la Bolivia, il Messico e El Salvador, proibiscono specificamente al clero di concorrere alle elezioni presidenziali. In Birmania (Myanmar) al presidente è vietato essere membro di un ordine religioso.

Religione e monarchia
In aggiunta ai 30 paesi dell’indagine, 19 monarchie costituzionali contemplano requisiti religiosi per i monarchi che fungono da capo dello Stato. Sedici di queste, tra cui il Regno Unito, l’Australia, il Canada e la Nuova Zelanda, sono membri del Commonwealth delle nazioni con la regina Elisabetta II – nota anche come Difensore della Fede – come loro capo di Stato. Gli altri paesi in questa categoria sono la Danimarca, la Norvegia e la Svezia.
La maggior parte dei paesi del mondo (85%) permette di accedere alla carica di capo dello Stato ai cittadini di qualsivoglia affiliazione religiosa. Negli Stati Uniti la Costituzione vieta specificamente qualunque genere di “test religioso” come qualifica per accedere a una carica federale o statale. Allo stesso tempo alcuni Stati hanno ancora leggi che vietano a chi non crede di accedere a una carica. Tuttavia la Corte Suprema ha deliberato  che il divieto del Primo emendamento concernente il riconoscimento ufficiale della religione proibisce chiaramente agli Stati di richiedere che i candidati a una carica professino una fede in Dio.
L’indagine è stata condotta mediante la codifica di costituzioni o leggi fondamentali e facendo riferimento a siti web governativi ufficiali specifici per ogni paese.

Tratto da: http://www.voceevangelica.ch/


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