Religione, Cina in testa per numero di atei; credenti in calo anche in America

cina3Un sondaggio circa la concentrazione di credenti rivela che mentre nel mondo il 13% della popolazione si definisce ateo, in Cina i non credenti sono circa il 50%. Inoltre la stessa indagine indica gli Stati Uniti come uno dei paesi che accusa il più alto calo di credenti.Il sondaggio chiamato “indice globale di religione e ateismo”, condotto nel 2012 dalla WIN/Gallup International ha chiesto a oltre 50.000 persone da 40 paesi se si considerano “religiosi”, “non religiosi” o “atei convinti”. Il 59% si è detto religioso, il 23% non religioso ma credente, il 13% ateo convinto. Circa il 47% degli intervistati residenti in Cina si considera ateo convinto. Il sondaggio ha un margine d’errore considerabile tra i 3 e i 5 punti.

 La grande percentuale di cinesi non credenti si può attribuire alla storia politica del paese. La Repubblica cinese è stata ufficialmente atea dalla sua formazione nel 1949. La Cina ha iniziato ad abbassare le frontiere negli anni 80. Contestualmente iniziava a circolare libertà religiosa, mentre lo stato iniziava a vedere nei tradizionali credo come il Taoismo e il Buddhismo una parte integrante della cultura del paese.

 L’articolo 36 della Costituzione del 1978 si occupa della libertà religiosa. “Nessun organo di stato, organizzazione pubblica o individuale può costringere i cittadini a credere o non credere a qualunque religione; ne può discriminare i cittadini in relazione al loro credo”.

 Lo stato cinese riconosce ufficialmente cinque religioni: Buddhismo, Taoismo, Islam, Cattolicesimo e Protestantesimo. Tuttavia il partito comunista cinese resta diffidente e continua a oerseguitare le organizzazioni religiose.

 In Cina nel 2012 sono stati segnalati in almeno 132 i casi di persecuzione, che riguardano 4919 credenti, secondo il rapporto annuale pubblicato dall’associazione statunitense ChinaAid. E’ stata rilevata la detenzione di oltre 1400 cristiani, la condanna di nove credenti e gli abusi – tra cui pestaggi e torture fisici e mentali – di 37 cristiani.

 Nonostante il partito comunista prevedesse che la religione sarebbe gradualmente scomparsa con il progredire della società, il cristianesimo sta vivendo un rapido sviluppo in Cina. Secondo l’accademico Frank Lee nel paese ci sono più di 10 milioni di cattolici, 70 milioni di protestanti e circa 20 milioni aderenti alla Three-Self Patriotic Movement.

 Altri paesi con un alto tasso di ateismo sono il Giappone (31%) e, a seguire, Repubblica Ceca, Francia, Corea del Sud, Germania, Olanda, Austria, Islanda, Australia e Irlanda. Persino in un paese fortemente legato all’Islam come l’Arabia Saudita il 5% della popolazione si dichiara atea.

 Negli Stati Uniti nel 2005 la percentuale di religiosi era del 73%. Nel 2012 è crollata al 60%. A livello globale la percentuale di religiosi è scesa del 9%, mentre quella di atei è salita del 3%. D’altro canto le 10 popolazioni maggiormente religiose sono Ghana, Nigeria, Armenia, Isole Figi, Macedonia, Romania, Iraq, Kenya, Perù e Brasile.

 “E’ interessante notare come la religiosità scenda mentre aumenta la prosperità del mondo – osservano i sondaggisti – Se si dividono i paesi in cinque gruppi, da quello relativamente più povero a quello relativamente più ricco, si può desumere che più ti arricchisci e meno ti definisci religioso”.

 Pochi giorni fa Papa Francesco ha aperto agli atei. Nell’omelia della sua messa mattutina ha sostenuto che gli atei che si comportano bene sono redenti da Gesù. Inoltre ha invitato persone di diverso credo a lavorare insieme.

(Fonte Christian Post – Tradizione Fabio La Rosa)


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