Nel 2013 saracinesche giù per 17 mila bar e ristoranti. Burocrazia: tassa da 7 mila euro all’anno. La crisi prolungata sta cambiando la faccia delle città, con la desertificazione dei centri urbani.
La denuncia è arrivata il 15 giugno da Confesercenti, che ha fatto i conti sulla chiusura di negozi e bar in tutto il Paese: dal 2012 a oggi è una vera moria di esercizi commerciali, e se la situazione non dovesse cambiare nell’arco di qualche mese il panorama urbano sarà molto diverso.ADDIO A 14 MILA BAR. Secondo le stime dell’Osservatorio Confesercenti, 17.088 tra bar e ristoranti hanno chiuso o sono destinati a chiudere entro il 2014. Ai negozi di moda e abbigliamento potrebbe andare anche peggio: a scomparire saranno ben 11.328 esercizi, secondo le stime, con una contrazione dell’8% sul 2012. Bar e ristoranti si sono finora contratti del 5%: entro il 2014 i nuovi bar saranno 6.714, contro 14.430 che chiuderanno definitivamente. Mentre 15.750 ristoranti sono destinati a cessare le attività a fronte di 6.378 aperture.
APRE UN NEGOZIO PER DUE CHE CHIUDONO. Ai negozi di moda e abbigliamento potrebbe andare anche peggio: sono destinati a scompaire entro il 2014 11.328 esercizi, con una contrazione dell’8% sul 2012. Il rapporto tra aperture e chiusure è di 2 a 7, un dato peggiore rispetto a quello di tutte le altre categorie di attività commerciali e anche del totale nazionale, per il quale la proporzione è di una nuova apertura ogni tre chiusure.
Calo più contenuto invece per il settore alimentare, il cui saldo negativo è di 4.701 unità, con una variazione negativa del 3% sul 2012. Sempre secondo l’associazione, nel 2013 il settore dell’abbigliamento registrerà 4.593 aperture, a fronte di 15.921 chiusure.
MALE IL SETTORE ALIMENTARE IN SICILIA. La crisi del commercio si estende a tutto il territorio nazionale e sta colpendo ogni regione. Per quanto riguarda le attività del settore alimentare, le stime Confesercenti hanno indicato un saldo particolarmente negativo soprattutto in Sicilia, dove le nuove aperture saranno solo 288, un dato inferiore di quasi quattro volte rispetto a quello delle chiusure, previste a quota 1.080.
RISTORANTI, RECORD NEGATIVO IN ABRUZZO. Nell’abbigliamento, invece, è la Basilicata a mettere a segno il risultato proporzionalmente peggiore: con 240 chiusure e solo 84 nuove aperture, la regione perderà a fine anno il 10% del totale dei negozi del settore. In Abruzzo, invece, è previsto un record negativo per i ristoranti: con 144 aperture e 534 chiusure, al primo gennaio 2014 la regione avrà perso l’8% del totale delle imprese attive nella ristorazione. Una nota positiva riguarda la Valle D’Aosta che, con 33 nuove aperture di bar e 30 chiusure potrebbe mettere a segno una variazione minima, ma positiva, dell’1%.
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