Ratzinger parla delle sue dimissioni: “Me l’ha detto Dio”…oppure la massoneria?!

PAPALa ricostruzione della testata cattolica “Zenit” di un colloquio avvenuto qualche settimana fa con il Papa emerito. Benedetto XVI avrebbe spiegato la decisione della sua rinuncia al soglio pontificio. E avrebbe detto di aver compreso, osservando il carisma di Francesco, quanto la sua scelta sia stata la volontà di Dio. Secondo secondo autorevoli commentatatori, fuori dal coro vaticano, dietro le dimissioni di Benedetto XVI si celerebbe l’ombra della massoneria.

Lo scorso 11 febbraio, quando l’allora Papa Joseph Ratzinger ha annunciato la sua storica decisione di voler abbandonare il Pontificato, continuano a rincorrersi le ipotesi sulle motivazioni di una tale scelta. E l’ultima “spiegazione” l’avrebbe data proprio il protagonista di quella scelta, il Papa emerito Benedetto XVI. Ratzinger avrebbe lasciato il suo posto perché così gli avrebbe detto Dio. A parlare delle spiegazioni che il Papa emerito avrebbe fornito a una persona rimasta anonima è la testata cattolica “Zenit”. Salvatore Cemuzio scrive del vecchio Pontefice che ora vive in un monastero di clausura in Vaticano: “Dopo circa sei mesi dall’annuncio che ha sconvolto il mondo la decisione di Ratzinger di vivere nel nascondimento fa ancora riflettere e interrogare. Qualcuno ha avuto il privilegio di sentire dalle labbra del Papa emerito le motivazioni di questa scelta”. Nonostante la vita di clausura, infatti, Ratzinger concederebbe ogni tanto delle visite molto private. “Durante questi incontri – scrive Zenit – l’ex Pontefice non commenta, non svela segreti, non si lascia andare a dichiarazioni che potrebbero pesare come le parole dette dall’altro Papa, ma mantiene la riservatezza che lo ha sempre caratterizzato”.

Ma, secondo autorevoli commentatatori, fuori dal coro vaticano, dietro le dimissioni di Benedetto XVI si celerebbe l’ombra della massoneria. Ci sembra molto interessante, in tal senso, riprendere per intero l’articolo da Repubblica.it di Alberto Statera per comprendere il mistero delle dimissioni di Ratzinger. Una chiave di lettura molto, ma molto, veritiera: Il “fumo di Satana” evocato da Papa Paolo VI quarant’ anni fa è filtrato da qualche fessura pure nell’ ultimo conclave, che ha eletto il gesuita Francesco a capo di una Chiesa ridotta come quella profetizzata dal vescovo Malachia, percorsa da lotte di potere e guerre per bande. Quel fumo ha l’ odore acre della massoneria, una parola che fa tremare da secoli persino le foglie dei giardini vaticani. Eppure, logge ufficiali, logge segrete e logge spurie sono avvinghiate nel cuore di San Pietro. Questa, almeno, è la tesi di un libro-inchiesta di oltre 500 pagine che stanno per mandare in libreria Giacomo Galeazzi e Ferruccio Pinotti ( Vaticano Massone. Logge, denaro e poteri occulti: il lato segreto della Chiesa di Papa Francesco – Edizioni Piemme). Il tema, naturalmente, si presta di per sé all’ accusa di complottismo, di insana volontà di vedere ovunque trame segrete e cospirazioni. L’ ha messa in burla il Segretario di Stato uscente Cardinal Bertone quando ha irriso ai giornalisti che si improvvisano Dan Brown. Ma il libro è talmente documentato, ricco di testimonianze e di documenti inediti che una confutazione con questo argomento non reggerebbe. Tra l’ altro, contiene la copia anastatica di una lettera scritta da Virgilio Gaito, ex Gran Maestro del Grande Oriente d’ Italia, insieme al Cardinale Silvio Oddi, a Papa Giovanni Paolo II per chiedere un “grande patto” di pacificazione tra Chiesa e massoneria, il riconoscimento ufficiale da parte del Vaticano della conciliabilità tra fede cattolica e appartenenza alla libera muratoria. «Pienamente consapevoli delle finalità perseguite dalla Massoneria universale, da sempre votata al miglioramento dell’ individuo per il miglioramento ed il progresso dell’ Umanità raggiungibili solo attraverso l’ Amore e la tolleranza – scrivono il Gran Maestro e il Cardinale – riteniamo giunto il momento di lanciare un doveroso appello alla riconciliazione che ponga fine a quella secolare incomprensione tra Chiesa Cattolica e Massoneria». Oddi, morto nel 2011, è stato considerato un grande protettore dell’ Opus Dei, ma anche sponsor della discesa in campo nel 1994 di Silvio Berlusconi, tessera 1816 della Loggia P2 di Licio Gelli e, secondo il massone dissidente Gioele Magaldi, fondatore di una sua obbedienza denominata “Loggia del Dragone”. Wojtyla, del resto, si servì in Polonia a favore di Solidarnosc e contro il comunismo del bancarottiere piduista Roberto Calvi, finito ucciso con rito massonico a Londra sotto il Ponte dei Frati neri. Come il suo predecessore Paolo VI, che fece realizzare simboli esoterici sulla tomba della madre, si era servito dell’ altro bancarottiere mafioso e piduista Michele Sindona. Ma sotto il papato di Wojtyla, nel 1983, vide la luce la “Dichiarazione sulla Massoneria” elaborata dal prefetto della Congregazione per la dottrina della fede Joseph Ratzinger, che dichiarava inalterato il divieto di appartenenza alla libera muratoria.

Divieto disatteso durante il suo papato, secondo la messe di documenti e testimonianze raccolta da Galeazzi e Pinotti, tanto da aver probabilmente contribuito a provocare le dimissioni di Benedetto XVI e forse l’ elezione di Francesco, primo Papa gesuita della storia, dopo che la Compagnia di Gesù, considerata uno dei canali dell’ infiltrazione massonica in Vaticano, era stata commissariata da Wojtyla nel 1981. Durante il pontificato di Ratzinger è cresciuto in Vaticano il potere dei gruppi integralisti in lotta tra loro, come Opus Dei, Comunione e Liberazione, Focolarini, Legionari di Cristo, che si sono contesi il controllo delle finanza e dello Ior. Ma l’ ex banchiere Cesare Geronzi, intimo del cardinal Bertone, il quale raramente parla a caso, ha rivelato di recente di aver trovato simboli massonici in evidenza nello studio di un cardinale e che nella finanza cattolica l’ Opus Dei non conta molto perché a contare è la massoneria. E dentro le Mura Leonine? Di certo la massoneria è entrata con prepotenza nel processo al maggiordomocorvo di Ratzinger che sottraeva documenti nella scrivania di uno degli uomini più potenti del mondo. «Mi sono messo al servizio di una loggia massonica che opera dentro il Vaticano – ha testimoniato tra le lacrime un dipendente laico della Segreteria di Stato – della quale fanno parte anche dei cardinali. Scopo della nostra azione portata avanti nella convinzione di fare il bene della Chiesa, è quello di mettere fine all’ attuale situazione di anarchia che mette a rischio la cristianità». Tra le migliaia di documenti sequestrati il 23 maggio 2012 nell’ abitazione del maggiordomo “moltissime riguardavano la massoneria e i servizi segreti”, come hanno dichiarato gli agenti della gendarmeria che fecero le perquisizioni. Con un’ attenzione quasi ossessiva per la figura del piduista Luigi Bisignani, che era di casa allo Ior fin dai tempi del riciclaggio della tangente Enimont. La rete di confidenti dell’ ex maggiordomo comprendeva il vicario papale per la città del Vaticano monsignor Angelo Comastri e l’ ex vicecamerlengo Paolo Sardi, indicati come appartenenti a una loggia massonica interna; il vescovo Francesco Cavina, ora alla diocesi di Carpi, ma in precedenza alla Segreteria di Stato, e l’ ex segretaria di Ratzinger, Ingrid Stampa. Bergoglio cresce e si forma in Argentina, una repubblica fondata su squadra e compasso, dove la massoneria e la Chiesa sono molto forti. È sostenibile la tesi che lo strapotere dei gruppi integralisti abbia originato come reazione la sua elezione al trono di Pietro? O che sia invece frutto di un patto tra massoneria e gruppi della destra cattolica? Nel libro di Galeazzi e Pinotti non troverete una risposta certa, ma la non peregrina ipotesi che la decisione di Ratzinger di dimettersi possa essere stata presa nella previsione dell’ elezione del gesuita su un trono che lui non riusciva più a governare tra scandali e guerre intestine tra fazioni contrapposte per il potere e il denaro. Nella prima fase del conclave del 2005, del resto, il cardinale Bergoglio aveva raccolto il maggior numero di voti, ma poi rinunciò per convogliarli su Ratzinger. Che fosse fumo di Satana o aria salubre quella respirata in conclave, i Gran Maestri delle tante massonerie italiane sembrano concordi nell’ entusiasmo per l’ avvento di Francesco. Uno per tutti: «Con Papa Francesco nulla sarà più come prima. Chiara la scelta di fraternità per una Chiesa del dialogo, non contaminata dalle logiche e dalle tentazioni del potere temporale». Firmato: Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’ Italia.


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