La notte scorsa, mentre dormivo, il SIGNORE tuonò chiamandomi per nome. Mi rapì e mi portò nei suoi giardini. Era una foresta meravigliosa con animali in armonia e festeggianti per il loro padrone. Camminammo sul sentiero, dove parlammo e mi sentivo festoso e felice con Gesù. Poi arrivammo alla fine della foresta e vidi una valle desolata, dove non vi era che palude putrida e sterminate colonne di uomini e donne che gli sprofondavano. Mi accorsi, che chi stava nelle prime file, urlavano, si disperavano e sprofondavano di più rispetto agli atri. Allora, chiesi al SIGNORE perché i primi erano in quelle condizioni e il SIGNORE mi rispose: “Vedi figlio mio coloro che guardi dinnanzi alle file sono quelli che dicono di essere nelle vie del SIGNORE, di essere discepoli, di credere in colui che li fortifica, che amano il SIGNORE più di ogni altra cosa che parlano attraverso i versetti, che dicono di credere alla Parola del SIGNORE e molto altro dicono”.
Io Risposi: “Come SIGNORE! Loro che credono sono quelli che soffrono di più?”.
E il SIGNORE disse: “No, figlio mio tu erri perché non è l’uomo che usa la conoscenza che è saggio, ma l’uomo che mesto usa la mia scienza e che umilmente parla per mezzo di me ed è pieno di Sapienza e Intelletto che è saggio, poiché essa non viene dall’uomo perché impuro. Infatti, Essi si riempiono il ventre con la vanagloria, si gonfiano il petto con orgoglio e si crogiolano nel fango come il bestiame, profanando con i loro calzari sudici le vie dell’Eterno. Essi non vedono ciò che compiono, ma Io il SIGNORE, cammino e veglio su quei sentieri giorno e notte. Infatti, ove trovo questi uomini, li rigetto nella palude da dove sono venuti. A motivo di questo gesto Io il SIGNORE mi rattristo per la perdita dei figli e i miei occhi lacrimano mentre prego il Padre mio per la loro Redenzione, poichè Io il SIGNORE amo tutti i miei figli.”
Ecco, allora vidi scendere una nuvola di fuoco poggiatasi sul terreno, Gesù vi salì sopra e mentre ella risaliva al cielo dissi piangendo: “SIGNORE anch’io sarò tra di essi e vedrò salirti in cielo?”.
Il SIGNORE rispose: “No figlio mio, in verità tu non mi vedrai venire in Gloria, né mi vedrai risalire, poichè i figli miei rapiti saranno già con me alle mie spalle e chi rimarrà li vedrà con me salire in Gloria nel mio Regno. Ecco figlio mio ti dono questa messe che spartirai con i figli miei, affinché essi si ravvedano e si preparino ad essere rapiti. Dì loro di essere umili, di chinare il capo, di non vanagloriarsi in sapienza e saggezza, di non sentirsi in me ripieni di orgoglio, ma di desiderare con ardore e umiltà di venire a me purificando anima e corpo (lavandosi il capo e i piedi), togliendo i calzari prima di entrare nelle miei vie e di aiutare chi è indietro con la purificazione nel tempo che hanno in più. Non rimanete fermi ad aspettare, ma prendete l’aratro e andate a seminare, poiché è ben accetto al SIGNORE colui che si prodiga per gli altri con amore e umiltà. Poi dì loro quando sono pronti divenire innanzi a me e di urlarmi:
- SIGNORE eccomi! Sono svuotato del vecchio uomo, mi sono lavato, mi sono purificato, ho aiutato i miei fratelli e con umiltà mi prostro a te e ti chiedo di dimorare nelle tue vie.
Vieni SIGNORE! Abita nel tempio purificato per la Tua Gloria, riempimi e saziami in Eterno!-
Va’ e dì loro che la mattanza è vicina, il tempo della mietitura sta per arrivare, non peccare poichè Io il SIGNORE vedo ogni cosa, Vaaaa figlio mio.
Ecco allora mi svegliai.
Per te che leggi questa testimonianza non ha importanza chi l’ha scritta ma chi la manda. Io sono solo un umile servo di Dio, possa il SIGNORE prepararvi pienamente così che un giorno possa rallegrarmi vedendo i Vostri sorrisi nel luogo santissimo.
Il SIGNORE è sempre con i suoi ovunque Jahvè Shalom!
(Passi soffiati nel culto di oggi 17/01/2016)
Geremia cap. 8, 9-13
Giovanni cap. 4, 34-42
Fratello Vincenzo
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