Il Vangelo di Matteo presenta diversi aspetti, uno tra tutti, la famosa “stella cometa“.
La storia la conosciamo.
Andando però in profondità, si scorge qualcosa di più grande:
Leggendo il testo di Matteo gli astronomi dovrebbero facilmente rendersi conto che l’evangelista non allude ad un fenomeno astronomico: i Magi vedono la stella che li precede mentre vanno da Gerusalemme a Betlemme, quindi una stella che va… da nord a sud. Davvero singolare!
Tutti i corpi celesti si muovono da est a ovest.
La stella cui fa riferimento Matteo non va cercata in cielo, ma nella Bibbia.
L’evangelista scrive per lettori che conoscono bene l’AT e da secoli sono in attesa di veder apparire la stella di cui parla una misteriosa profezia contenuta nel libro dei Numeri.
In Nm 22-24 è narrata la curiosa storia di Balaam e della sua asina parlante. Balaam era un indovino, un mago dell’Oriente. Un giorno egli, senza volerlo, fa una profezia: “Io lo vedo, ma non è un avvenimento che accadrà fra poco; lo sento, ma non è vicino: una stella spunta dalla stirpe di Giacobbe, un regno, nato da Israele, si innalza…
Uno di Giacobbe dominerà i suoi nemici” (Nm 24,17.19).
Così parlava, circa 1200 anni prima della nascita di Gesù, Balaam, “l’uomo dall’occhio penetrante” (Nm 24,3) e da allora gli israeliti hanno cominciato ad attendere con ansia lo spuntare di questa stella che altri non era che lo stesso Messia.
Presentandoci i Magi dell’Oriente che vedono la stella, l’evangelista vuole dire ai suoi lettori: dalla stirpe di Giacobbe è spuntato l’atteso liberatore, è Gesù.
È lui la stella.
Non è un astro del cielo, ma è Gesù, è lui la luce che illumina ogni uomo (Gv 1,9), è lui la fulgida stella del mattino (Ap 22,16).
Questo è l’aspetto più importante a cui però si associa un altro punto B, fondamentale. che deve aprire i nostri orizzonti:
Matteo scrive negli anni 80 d.C. e cosa verifica? Constata che i pagani sono entrati in massa nella Chiesa, hanno riconosciuto e adorato la stella, mentre i giudei che da tanti secoli la stavano aspettando, l’hanno rifiutata.
I pagani o “gentili“ che hanno cercato con onestà e costanza la verità hanno ricevuto da Dio la luce per trovarla. È ancora oggi così.
A Matteo preme mettere però in risalto anche un altro particolare: i Magi (simbolo dei popoli pagani) non sarebbero mai giunti a Cristo se i giudei, con le loro Scritture, non avessero indicato loro il cammino. Israele, pur non avendo seguito la stella e non avendo riconosciuto il Cristo come Messi’a, ha portato a compimento la sua missione: è stato il mediatore della salvezza di tutti i popoli.
I Pagani pertanto o “ gentili “‘che siano, sono divenuti il simbolo degli uomini di tutto il mondo che si lasciano guidare dalla luce di Cristo. Sono l’immagine della Chiesa, composta da gente di ogni razza, tribù, lingua, nazione.
Entrare nella chiesa non significa pertanto rinunciare alla propria identità, non vuol dire sottomettersi ad un’ingiusta e falsa uniformità. Ogni persona e ogni popolo mantiene le proprie caratteristiche culturali e tradizioni, che al contrario, arricchiscono la chiesa universale.
Nessuno è così ricco da non aver bisogno di nulla e nemmeno tanto povero da non aver nulla da offrire.
Il punto fondamentale è comprendere che,in ogni popolo e da ogni regione/stato del mondo, la chiesa Santa di DIO ha un un Suo residuo, con sicuramente aspetti, tradizioni e concezioni diverse, ma col cuore unico rivolto all’unico vero Salvatore.
Supporre di essere esclusivi è l’errore più assoluto che un credente possa fare.
Vincenzo Lipari | Notiziecristiane.com
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