Rallegrarsi continuamente, anche quando la vita è pesante

L’anno scorso, nel giro di una settimana ho saputo che il marito di una mia amica aveva perso il lavoro e che il padre del mio vicino di casa era morto. Poco dopo, ho ricevuto la notizia che una coppia stava divorziando e che l’azienda di un amico di famiglia era in difficoltà finanziarie. Nel mezzo di tutte queste brutte notizie, stavo combattendo contro un cancro al seno, oltre a dover badare a quattro figli piuttosto vivaci. Ultimamente, riesco a malapena a leggere il giornale senza che mi venga un groppo alla gola e il mio cuore si faccia pesante. La mia anima è stanca.

Ovunque mi giro, ci sono motivi per essere triste. Sembra che gli affanni di questo mondo non abbiano fine. Non intendo ignorare il dolore che vedo intorno a me, ma desidero prendere sul serio le parole di Paolo: “Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto: rallegratevi” (Filippesi 4:4).

Leggendo questo versetto, istintivamente esito. Dovrei veramente rallegrarmi? Ora? In questa circostanza?

Ma poi ricordo che la Scrittura offre fonti di gioia che non dipendono dalle mie circostanze (o da quelle di chiunque altro). Infatti, l’esortazione “rallegratevi sempre” ha senso solo in un contesto al di fuori di me. Essa testimonia la verità che la gioia è possibile, indipendentemente da che cosa succede nel mondo o da come mi sento.

Come cristiani, abbiamo bisogno di una fonte certa di gioia che ci ristori come un’acqua che non si esaurisce mai, non importa quanto gravi siano le circostanze. Consideriamo tre posti in cui trovare gioia oggi.

Gioia in sua presenza

Il Salmo 16:11 dice: “Tu m’insegni la via della vita; ci sono gioie a sazietà in tua presenza”. E il Salmo 21:6 dice: “Poiché lo ricolmi delle tue benedizioni per sempre, lo riempi di gioia in tua presenza”.

Nella preghiera e nella Scrittura, sperimentiamo la presenza di Dio. Geremia 15:16 ci dice: “Appena ho trovato le tue parole, io le ho divorate; le tue parole sono state la mia gioia, la delizia del mio cuore, perché il tuo nome è invocato su di me, SIGNORE, Dio degli eserciti”. La Scrittura ci insegna chi è Dio e ci rivela il suo carattere. A nostra volta, impariamo chi siamo noi e il nostro bisogno di lui. La preghiera ci permette di parlare con il nostro creatore e attraverso questa relazione personale sperimentiamo la vera gioia.

Gioia nella nostra salvezza

NeI Salmo 51, Davide riconosce il suo peccato e poi esclama: “Rendimi la gioia della tua salvezza e uno spirito volenteroso mi sostenga”. E nel Salmo 20:5, il salmista scrive: “Noi canteremo di gioia per la tua vittoria, alzeremo le nostre bandiere nel nome del nostro Dio”.

In Luca 15, Gesù racconta tre parabole sulla gioia della salvezza. Egli descrive un pastore che ritrova la sua pecora perduta (vv. 4–7), una donna che chiama le sue amiche e le invita a rallegrarsi con lei perché ha ritrovato le monete che aveva perduto (vv. 8–10), e un padre che si rallegra quando il figlio ribelle torna a casa (vv. 11–32).

Poco prima nello stesso Vangelo, Gesù manda 70 discepoli. Essi tornano da Gesù pieni di gioia perché avevano scacciato i demoni nel nome di Cristo. La risposta di Gesù è sconvolgente; egli riconosce il loro potere sul nemico, ma mostra loro quale deve essere la fonte principale della loro gioia: “Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nel cielo” (10:20).

Gesù distoglie la loro attenzione dalle circostanze presenti e la dirige alla loro salvezza.

Gioia nella sua gloria, la nostra gloria futura

Molti di noi hanno emozioni complesse dovute a circostanze attuali difficili. Tuttavia la Scrittura esercita la nostra mente e il nostro cuore a guardare all’eternità. 1 Pietro 1:8 dice: “Benché non lo abbiate visto, voi lo amate; credendo in lui, benché ora non lo vediate, voi esultate di gioia ineffabile e gloriosa”. E in Romani 8:17 leggiamo: “E siamo figli, siamo anche eredi; eredi di Dio e coeredi di Cristo, se veramente soffriamo con lui, per essere anche glorificati con lui”.

Quando ci concentriamo su Gesù, Colui che ha sofferto per noi, possiamo sperimentare una gioia e una speranza immutabile a causa della gloria eterna a venire.

La gioia nel Signore non nega la realtà delle nostre emozioni. Infatti, la Scrittura ci offre una struttura che ci permette di riconoscere il dolore pur sperimentando la vera gioia. Ma se vogliamo essere persone che leggono e vivono le parole della Bibbia, allora la gioia nel Signore ci viene comandata. Sempre.

Se non ti senti gioioso, non disperare. Invece, concentrati sulle fonti durature della vera gioia.

Pubblicato con permesso IMPATTO ITALIA

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