“No, fratello mio, non farmi violenza; questo non si fa in Israele; non commettere una tale infamia!” (IISamuele 13:12).
In una società dove non si accettano restrizioni e divieti, dove vige la filosofia del “faccio come mi pare”, il popolo di Dio si distingue anche perché sa bene ciò che non deve fare e non soltanto ciò che può. A tal proposito, Ammon, figlio di Davide, rappresenta, per certi versi, quei credenti che scherzano con gli affetti e giocano pericolosamente con i sentimenti, propri e altrui. Cristiani che sopravvalutano le proprie capacità e sottovalutano le insidie del diavolo, forse perché si ritiene che la Grazia ci emancipi e ci consenta di controllare, in ogni frangente, le trame dell’avversario.
Purtroppo, la storia biblica è costellata di personaggi che, forti della loro posizione, non hanno considerato la debolezza umana e, cedendo alla tentazione, sono stati inesorabilmente attratti nell’orbita del peccato (Giacomo 1:14-15).
A qualunque trasgressione si possono opporre le parole pronunciate da Tamar:
“… questo non si fa …”.
– Rovina la testimonianza della “famiglia;
– Declassa la posizione dei credenti;
– Genera sentimenti depravanti;
– Produce inevitabilmente altri peccati;
– Arreca del male ai fratelli;
– Corrompe i rapporti, soprattutto quelli spirituali;
– Porta i fratelli a reagire con violenza.
– E’ molto importante vigilare con consapevole attenzione. Prestiamo ascolto, quindi, agli avvertimenti dello Spirito Santo, quando comprendiamo chiaramente, o anche, solamente intuiamo, che “questo non si fa”, In tal caso, conserviamo la forza di andare a “parlare al re” per rintuzzare la tentazione e “conservarsi puri al mondo”
– (Giacomo 1:27).
Ferrentino Francesco La Manna | Notiziecristiane.com
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