E così abbiamo (finalmente!) girato il calendario e iniziato un nuovo anno. L’anno appena trascorso, il 2020—con il suo misto di gioia e dolore, obiettivi raggiunti e obiettivi mancati, amicizie fatte e amicizie perdute—è ormai alle nostre spalle.
Per molte persone, il Capodanno è solo una festività come le altre. Per altri, è un tempo di profonda riflessione, sia sull’anno appena passato che su quello che ci attende. Per i seguaci di Gesù, il Capodanno non ha significato particolare. Non c’è una narrativa biblica che ci dica quali ricorrenze festeggiare.
Questo però non significa che noi cristiani non dovremmo fermarci e riflettere sul cambio d’anno. Mosè chiese al Signore: “Insegnaci dunque a contare bene i nostri giorni, per acquistare un cuore saggio” (Salmo 90:12). Il tempo—secondi, minuti, ore, giorni,settimane, mesi, anni— è un dono che abbiamo ricevuto da un Dio buono. Per seguire questo Dio in modo saggio dobbiamo dunque ricuperare il nostro tempo (Efesini 5:16).
Il Capodanno può ricordarci anche la nuova nascita. In un certo senso, ogni giorno con Gesù è un’opportunità di girare pagina dal vecchio modo di vivere e adottare un nuovo modo di vivere. Dopotutto, siamo un popolo che appartiene a una nuova creazione, e serviamo un Re che ci rinnova ogni giorno per mezzo dello Spirito Santo.
Stabilire degli obiettivi per il nuovo anno è un segno importante che vogliamo essere intenzionali nel glorificare Dio nelle nostre vocazioni: lavoro e affari, casa e chiesa, testimonianza privata e pubblica. Quando lavoriamo e pianifichiamo, anche a imprese apparentemente insignificanti, stiamo adempiendo il mandato culturale (Genesi 1:28). Nella nostra epoca, siamo benedetti con un’abbondanza di risorse che ci permettono di ottimizzare il nostro tempo: strumenti digitali, esperti di produttività e blog da cui trarre ispirazione.
Ma prima di mettere nero su bianco i nostri obiettivi, dovremmo cominciare dal cuore. Per noi cristiani la tentazione è quella di stabilire i nostri piani e aggiungere Gesù come ciliegina sulla torta, invece di permettere che sia lui a formare in noi i desideri e le motivazioni per compiere la sua opera.
Sia che stiamo fissando degli obiettivi concreti o più astratti o meno, sia che stiamo mettendo per iscritto risoluzioni o meno, questi sono quattro importanti passi che possiamo fare nel 2021 per avvicinarci a Cristo.
1. Ricordare
Il saggio Ecclesiaste disse: “Ma ricòrdati del tuo Creatore nei giorni della tua giovinezza, prima che vengano i cattivi giorni e giungano gli anni dei quali dirai: «Io non ci ho più alcun piacere»” (Eccl. 12:3). A gennaio, l’anno è appena iniziato e le opportunità sembrano nuove. Molti guru della produttività predicano un vangelo dell’autoaffermazione, ma noi che siamo il popolo del vangelo sappiamo quanto è fragile la vita umana. Sappiamo che ogni respiro è un miracolo, un dono che ci è dato dal nostro Creatore.
Amo le parole dell’autore di inni Thomas Obediah Chisholm (1866-1960):
L’estate e l’inverno, la primavera e il raccolto,
il sole, la luna e le stelle nelle loro rotte celesti,
si uniscono a tutta la natura in una multiforme testimonianza
della Tua grande fedeltà, misericordia e amore.
In un mondo sotto la maledizione del peccato e turbolento, la creazione stessa ci ricorda la grande fedeltà di Dio. Ogni nuova stagione è una testimonianza, un cartello indicatore, della grazia. La risposta giusta da dare per l’anno scorso, che sia stato positivo o negativo, non è “Me la sono cavata” o “Guarda quello che sono riuscito a fare”, ma è “Grazie, Signore”.
2. Praticare il ravvedimento
L’adorazione di Dio per la sua fedeltà e maestà, evidenziate dall’alternanza delle stagioni, dovrebbe poi condurci al ravvedimento. La sua bontà ci rende contriti in modo nuovo mentre il nostro peccato viene rivelato dalla luce della sua gloria. Ma questa non è un’introspezione morbosa, un guardarsi l’ombelico. Ravvedersi è rallegrarsi. Ci appropriamo delle promesse di 1 Giovanni 1:9 perché sappiamo che il nostro perdono è già stato acquistato alla croce.
Iniziare il nuovo anno con il ravvedimento vuol dire avvicinarsi a Gesù, riappropriarsi della grazia che è nostra in lui. Ecco perché la confessione porta sempre sollievo e gioia. E’ la via d’accesso ad una maggiore intimità con Dio.
Come possiamo dare inizio a nuovi progetti e avventure nel 2021 senza prima permettere alla sua luce di penetrare le tenebre dei nostri cuori e rivelare aspetti della nostra vita in cui abbiamo bisogno di crescere? Come possiamo iniziare a darci da fare, lavorare e sognare senza prima rinnovare la nostra gioia in Colui che dirige i nostri passi?
3. Rinnovare gli impegni
Il nuovo anno dovrebbe anche essere un tempo per rinnovare vecchi impegni, come il matrimonio, la famiglia e la chiesa. Prima di iniziare a fare grandi progetti per perdere peso o sviluppare una nuova competenza (tutti validi obiettivi creazionali) cominciamo col rinnovare gli impegni principali che già abbiamo.
Il nostro impegno più importante è quello che svolgiamo dentro le nostre mura domestiche—amare il nostro coniuge e crescere i nostri figli in un’atmosfera di santità e grazia. Viviamo meglio il vangelo quando lo viviamo nei ritmi quotidiani del ravvedimento e del perdono con i nostri cari. Dobbiamo rifiutare la bugia che dice che per avere successo è necessario rinunciare agli impegni familiari.
Dovremmo inoltre rinnovare il nostro impegno a vivere fedelmente nella nostra chiesa locale, il corpo di Cristo che ama la Bibbia e predica il vangelo. La chiesa locale è il locus della missione di Dio nel mondo, dove ci riuniamo in comunità per proclamare la regalità di Cristo ogni settimana, e dove ci adoperiamo al compimento della nostra salvezza con timore e tremore (Filippesi 2:12) insieme ai nostri fratelli e sorelle in Cristo.
Gli impegni nei confronti del matrimonio, della famiglia e della chiesa non sempre appaiono importanti. Tuttavia, essere fedeli in queste cose essenziali nel lungo periodo significa vivere una vita radicale e controculturale. Esse formano le abitudini di un discepolo e mostrano al mondo che cosa significa essere un cristiano.
4. Riposare
Il Capodanno dovrebbe essere un tempo per riposare. Primo, riposiamo nella realtà della nostra identità in Cristo. Possiamo aver mancato gli obiettivi esaltanti che ci eravamo proposti per il 2020. Gesù ci ama ancora, nonostante i nostri fallimenti, caselle non spuntate e delusioni sulla bilancia. Il vangelo ci dice che egli ci ama anche in mezzo a queste cose.
Non è la voce del tuo Salvatore, ma il sussurro del nemico a dirti che vali di meno perché non sei riuscito a mantenere i tuoi buoni propositi. Un “2021 di maggiore successo” non ti renderà più amato da Gesù più di quanto tu già non lo sia. Dopotutto, Egli è Colui che chiama i peccatori e li abilita per la sua missione. Apostoli falliti, ex persecutori, farisei in via di guarigione—il suo corpo è pieno di persone così.
Secondo, dovremmo pianificare il riposo fisico. Non ci capita spesso di fare questo a Capodanno. Pianifichiamo il lavoro e i ritmi frenetici, ma ci prendiamo del tempo per riconoscere il nostro bisogno di sonno e di svago? Il riposo non è un segno di pigrizia o debolezza; è un segno di forza spirituale e di fiducia che quando chiudiamo i nostri occhi, la nostra vita è nelle mani di un Dio sovrano. Dormire equivale a dire che non siamo Dio e che il mondo può andare avanti senza di noi.
Nel fare i nostri piani per il 2021, ricordiamo dunque che persino nei nostri fallimenti, serviamo Colui che ricorda la nostra natura e sa che siamo polvere (Salmo 103:14). Facciamo i nostri progetti, ma non ci aggrappiamo ad essi. Non affidiamo il nostro futuro a Evernote, Google Calendar o a una lista di libri da leggere, ma al Re che tiene il mondo nelle sue mani.
https://www.coramdeo.it/articoli/quattro-modi-per-approcciare-il-nuovo-anno-con-gesu/
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