Dobbiamo ammetterlo. L’atteggiamento che ancora ci caratterizza quando subiamo dei torti, anche essendo dei credenti cristiani è molto differente da quello che la Scrittura ci dice di assumere. Molto spesso, infatti, quando subiamo dei torti siamo i primi a voler far prevalere le nostre ragioni, a farci valere, rispondendo ai torti con reazioni malsane.
Gesù Cristo, dice la Bibbia, soffrì ingiustamente per noi, lasciandoci un esempio da seguire. Come reagì, Cristo, in modo da poterLo imitare? La Parola dice che “Oltraggiato, non rispondeva con oltraggi; soffrendo, non minacciava, ma si rimetteva nelle mani di colui che giudica giustamente” (1Pietro 2:23).
Nonostante il terribile oltraggio che Gesù subì da parte dei sacerdoti, scribi, farisei e Romani, che fu totalmente ingiusto, Egli, pur avendo la potenza di farlo, non rese oltraggio. Gesù avrebbe potuto distruggere in un attimo tutti coloro che Gli stavano facendo del male. Ma non lo fece. Noi, al contrario, invece, siamo i primi ad inasprirci e a rispondere al male con il male, con rabbia e impazienza, alla minima parola ci viene detta contro.
Gesù non aperse la bocca, in altre parole, non cercò di difendersi, nonostante avesse la possibilità di farlo. Restò tranquillo, non si agitò, non diventò turbato, non odiò i suoi malfattori. Ma al contrario, mentre era appeso sulla croce, gridò: “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno” (Lu 23:34). Questa è stata la reazione di Gesù. Questo è l’esempio che dobbiamo imitare.
Però, come possiamo rispondere così? Sappiamo tutti quanto male ci fa quando subiamo dei torti. La risposta è non solo nella reazione di Gesù, ma in ciò che permise a Lui di reagire così: “…si rimetteva nelle mani di Colui che giudica giustamente”.
Gesù è stato l’esempio perfetto della verità che vediamo volta dopo volta nella Bibbia.
Quando subiamo dei torti, la soluzione non sta nel farci prevalere, ma nel rimettere la nostra sorte nelle mani di Dio, sapendo che Dio giudicherà giustamente.
Alessio Sibilla | Notiziecristiane.com
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