La vita ci mette alla prova, ci testa, ad esempio quando siamo accusati ingiustamente, quando le relazioni falliscono, quando le paure ci assalgono, quando capita l’imprevisto. Non sempre riusciamo a cogliere il perché di un dato avvenimento eppure esso ha un senso. Il mettere alla prova, testare per la scienza psicologica è sondare la capacità di resilienza, ovvero, maturità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo difficile, per l’ambito della fede è scorgere un senso, un significato nel fatto anche più doloroso. Succede, invece che al minimo segno di dolore si ricorrere all’analgesico. Buona norma salvaguardare la propria salute, ma buona norma è anche leggere dietro un dolore, un evento cosa si nasconde. Il più delle volte un dolore ci blocca, un’emicrania ci trattiene i pensieri, un mal di schiena ci mantiene fermi, una paura ci fa restare intanati. E se dietro un “sintomo” si nascondesse un istinto di vita di cui stiamo negando? Noi ignoriamo che Dio ci invita a scegliere il bene dal male, pur lasciandoci il libero arbitrio: «Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male; …………. io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza, amando il Signore tuo Dio» (Dt, 30, 15-20). E se dietro un sintomo si celassero scelte sbagliate, represse, non effettuate, di ripiego? Come è ad emblema il caso di “Saulo”? Saulo è uno che compie il male, è in una vita che non è sua, è volto totalmente al male. Una vita che non gli appartiene, un ruolo che non si addice. Saulo, in pratica è una persona non realizzata. Difatti fino alla chiamata, Saulo combatte contro i cristiani facendo “strage” e rivolgendo “minacce” ai discepoli. Saulo vive male perché rimuove, nega, non sceglie la propria vocazione, tanto è vero che all’improvviso, sente un malessere, «sente una voce e cade a terra… e per tre giorni rimase senza cibo e bevanda»). Saulo segue la voce, la chiamata, la vocazione affidatagli da Gesù ed esce dallo stato di malessere: «E improvvisamente gli caddero dagli occhi come delle squame e ricuperò la vista; fu subito battezzato, poi prese cibo e le forze gli ritornarono»(Atti degli apostoli 9,1-43)
Tappa esistenziale del cammino dell’uomo è scoprire che ognuno ha una vocazione e questa va scelta, seguita e perseguita con risolutezza, nonostante dubbi e incertezze (P. Riccardi. Ogni vita è una vocazione, per un ritrovato benessere ed. Cittadella 2014). Qualunque sia la via scelta, se essa è orientata al bene e la si persegue con fedeltà in coerenza e perseveranza, alla fine si conosce la gioia, la bellezza, la pienezza.
Pasquale Riccardi | Notiziecristiane.com
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