Quando la fede diventa coraggio

IMG-20151028-WA0009«Ci sono più martiri nella Chiesa oggi che nei primi secoli». Lo ha detto papa Francesco, destando scalpore, ma basta aprire un qualunque giornale per rendersi conto che è proprio così.

Consideriamo solo gli ultimi mesi: i 147 studenti kenyoti trucidati nel campus universitario di Garissa da Al Shabaab, i 21 egiziani sgozzati in Libia dallo Stato islamico, le centinaia di vittime senza nome massacrate da Boko Haram in Nigeria, le decine cadute sotto i colpi di mortaio dei ribelli ad Aleppo, in Siria, i 22 fedeli uccisi a Youhanabad (Pakistan) mentre pregavano in chiesa, solo per ricordare i casi più eclatanti.

Il 4 novembre 2014 quando Shehzad e Shama sono stati presi da una folla di almeno 400 musulmani, picchiati con bastoni, legati con una corda a un trattore, trascinati lungo una strada piena di pietre e sassi, cosparsi di benzina e gettati in una fornace per cuocere i mattoni, dove sono bruciati vivi. La coppia cristiana, che lavorava in una fabbrica di mattoni nel villaggio Chak 59, aveva quattro figli. Shama (che era incinta di quattro mesi) è stata accusata di blasfemia per aver bruciato una pagina del Corano. Per questo un gruppo di estremisti ha ordinato loro di pentirsi e convertirsi all’islam. Quando i due cristiani si sono rifiutati, tre imam dei villaggi vicini hanno radunato tutti i musulmani con gli altoparlanti posti sui minareti delle moschee incitandoli alla vendetta. Una folla inferocita «con gli occhi iniettati di sangue», secondo i testimoni, li ha presi e li ha bruciati vivi. Tre imam e 106 persone sono state denunciate per l’omicidio. Il capo del distretto di polizia di Kasur ha dichiarato: «Shama non ha mai commesso blasfemia».

Queste testimonianze ci fanno capire che benché siamo nel 2015 i cristiani sono perseguitati in gran parte del mondo. Tanti cristiani che vivono liberi in un paese libero di professare il proprio credo non apprezzano il valore del cristianesimo e vivono con superficialità  la responsabilità di pregare per coloro che soffrono perché credono in Gesù Cristo.

Debora Provenzano –  notiziecristiane.com


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