Quando Dio dice “oggi”, nessuno dica “domani”

Mi chiamo Giron Luis, sono nato e vivo in Guatemala, una nazione fortemente cattolica. Quand’ero ancora un ragazzo vennero degli evangelisti tra cui Billy Graham, Luis Palau a parlare di una nuova forma di credo molto più concreta e reale di quella cattolica. Facevano crociate dal Messico fino all’Argentina. Molte volte ripetevano il giro di evangelizzazione e la gente parlava di conversione, nuova nascita, ritorno di Cristo è di cose che non si erano mai sentite prima. Io però dubitavo che Dio si potesse curare proprio di me, così non ero interessato a Lui, ma mia moglie fece invece una conversione autentica e non mancava mai di andare ai culti la domenica e durante la settimana.

Un sera mi disse che stava per andare al culto. Gli risposi di aspettarmi, volevo accompagnarla e tornare subito a casa. Arrivati al parcheggio della chiesa, parcheggiai e l’accompagnai all’entrata della chiesa dove ci salutammo. Tornato alla mia auto vidi che ce n’era un’altra parcheggiata proprio dietro la mia e un’altra di fronte, ostacolandomi l’uscita. Un passante mi guardò sorridendo e mi disse che quelle erano le auto dei ritardatari, che sicuramente avevano parcheggiato in così malo modo credendo che io fossi in chiesa, per potervici affrettare anche loro. “Mi dispiace”, continuò sorridendo mentre si allontanava. Non sapevo cosa fare e cominciai a camminare avanti e indietro fino a raggiungere le porte della chiesa. Sbirciai un attimo all’interno e un uomo molto cortesemente mi invitò ad entrare prendendomi per mano. Ero un po’ spaesato e cercai un posto nell’ultima fila, ma quelle sedie erano tutte occupate. Notando la mia difficoltà, un’altra persona mi guidò verso un posto più avanti ma l’unico disponibile era proprio di fronte al pulpito. Mi sedetti e l’uomo seduto alla mia destra molto gentilmente mi salutò e mi disse di essere il pastore e che avrebbe predicato.

Com’era possibile che io, che non avevo alcuna intenzione di andare in chiesa, mi trovassi seduto proprio accanto al pastore? Dopo alcuni canti e testimonianze il pastore si alzò per predicare. Cominciò leggendo alcuni passi nella Bibbia e, da come parlava, sembrava che conoscesse tutta la mia vita. Io ero stupefatto perché mi accorsi che il Signore mi stava cercando e mi stava rivelando che io avevo un bisogno urgente di essere salvato. Io che sono molto emotivo scoppiai in lacrime mentre il pastore parlava. Piangevo come un bambino mentre lo Spirito Santo operava in me. Adesso anch’io ero nato di nuovo, avevo accettato Gesù come mio Salvatore e sostituto dei miei peccati. Mi sentivo leggero, gioioso e il cuore pieno di pace una pace inspiegabile e meravigliosa. Vennero due fratelli a consolarmi e abbracciarmi. Immaginate la gioia di mia moglie quando, finito il culto, seppe che l’uomo che piangeva nella prima fila ero io, e che ero diventato un cristiano, un figliolo di Dio. Ci abbracciammo e scoppiammo in lacrime di gioia.

Quando Dio dice oggi, nessuno dica domani: quello era il giorno in cui Dio decise che dovevo far parte della Sua grande famiglia spirituale. Dio si servì di due persone che bloccassero la mia auto per non farmi tornare a casa. Usò i fratelli di servizio perché io non tornassi indietro. Riempì la chiesa di credenti affinché non ci fosse posto e non scegliessi un posto nell’ultima fila, rischiando di distrarmi. Mi mise accanto al predicatore e lo usò perché mi rilevasse il mio stato di peccatore. Fino ad allora credevo di essere una brava persona e che mi spettasse il paradiso, ma non era così. Dio ha sacrificato Suo Figlio per una ragione, per poterci ripulire dai nostri peccati, perché senza di Lui siamo condannati anche se crediamo di essere persone per bene. Dio muove i venti da un capo all’altro della terra come meglio crede; quel giorno usò tutto e tutti affinché ricevessi la Parola che da vita. Dio sia lodato.

Giron Luis

Ferrentino Francesco La Manna
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