La sorella Chen, conosciuta anche come sorella Ruth, aveva delle responsabilità in una grande rete di comunità familiari in Cina. Continuava ad evangelizzare e per questo fu arrestata e imprigionata tre volte. Durante la sua prima detenzione le autorità la tiravano ripetutamente fuori dalla cella dicendole di confessare i suoi crimini. Un giorno le dissero “ieri hai parlato di Gesù! Oggi dovrai parlare di qualcosa di diverso. Quanti collaboratori hai? E quante comunità familiari? Come hai cominciato?” Lei rispose:”Conosco Gesù; Egli è il mio Salvatore e può essere anche il vostro. Non ho nient’altro da dire. I miei collaboratori non hanno commesso alcun crimine. E io stessa non ho nulla da confessare”. Insistettero però affinché scrivesse la sua confessione. Lo Spirito Santo la spinse a scrivere 37 pagine. Scrisse della nascita, della morte e della resurrezione di Gesù. Scrisse anche del cielo e dell’inferno. Consegnò i suoi scritti al funzionario di servizio e questi le disse: “Ti ho chiesto di scrivere la tua confessione, tu invece hai scritto un lungo sermone. Quando lo passerò ai miei superiori ti faranno sicuramente morire. Non hai scelta”. Il suo superiore lesse le pagine una dopo l’altra e concluse dicendo: “Questa persona continua a predicare e ha messo la sua predicazione perfino per evangelizzarci. La condannò a vent’anni di prigione!” Quella sera tennero una riunione contro di lei. Quattrocento prigionieri e guardiani ascoltarono la sua “confessione scritta”. Gli ufficiali lessero ad alta voce tutte le 37 pagine e lo Spirito Santo agì nei loro cuori. Molti prigionieri si pentirono e accettarono il Signore con le lacrime agli occhi. Per il processo le autorità scelsero una piazza che poteva contenere 100.000 persone. Molti furono prelevati dalle case scuole, dagli uffici e persino dai campi di rieducazione e condotti lì per osservare l’evento. Anche Michael, il marito di Chen, fu prelevato dal suo campo di lavoro per assistere al processo della moglie. I prigionieri furono messi su un grande palco per essere interrogati e in seguito condannati. Ricevettero condanne da cinque a trent’anni di prigione, e parecchi furono condannati a morte. Alcuni di loro svennero, perché la morte per chi è senza Cristo è una grande tragedia. Le autorità conclusero dicendo: “Chiunque osa predicare il cristianesimo sarà condannato a morte!” Così Ruth fu messa in fila sulla piazza erbosa insieme a tutti gli altri condannati alla fucilazione. Aspettava tranquillamente mentre i mitra furono puntati su lei. Fece una breve preghiera per raccomandarsi a Dio. Gli spari echeggiarono nella piazza e tutti caddero, tranne lei. Fu un miracolo della grazia di Dio! Quella sera fu nuovamente presa interrogata su un palco ancora più alto per essere interrogata, condannata e giustiziata, Questa volta gli ufficiali la trattarono brutalmente tirandola per i capelli.
La legarono con una corda i polsi dietro alla schiena, poi le girarono la corda intorno al collo e la fissarono ben tesa a un punto sopra di lei. Quando cercava di rilassarsi le braccia la corda la soffocava, e quando cercava di diminuire la pressione intorno al collo le braccia sembravano spezzarsi. Molte persone sono morte a causa di questa specie di impiccagione che è molto peggiore della fucilazione. “Posso dire alcune parole prima di morire?” Chiese Ruth. L’ufficiale comandante annuì. “Quando i comunisti presero il potere in questo paese ero una studentessa di appena 16 anni”, cominciò. “Non ho commesso nessun crimine contro la nazione. Perché dunque mi condannate a morte?” “Noi diciamo che non c’è Dio”, risposero. “Tu predichi Dio, e per questo sei pericoloso nemico pubblico e devi essere giustiziata!” Ruth rispose: “Secondo le vostre regole c’è libertà di religione”. “Perché devi per forza predicare l’Evangelo?” obiettarono. “Ho visto il Signore Gesù con i miei occhi, rispose, “Soffrivo anche di cinque malattie incurabili e mi dissero di prepararmi a morire, ma Gesù mi guarì da tutte e cinque. Porto sempre con me i certificati medici nella tasca della giacca come ricordo. Gesù mi ha mandato a predicare l’Evangelo. Questo non fa male alla nostra nazione”. Nessuno rispose. Perciò cominciò a condividere il messaggio biblico cominciando dalla creazione e dalla caduta nel peccato di Adamo. Poi spiegò come Dio ha procurato una via di salvezza. Continuò il suo messaggio con la nascita, il ministero, la morte, la risurrezione, l’ascensione e l’imminente ritorno di Gesù, e concluse parlando del cielo, dell’inferno e del giudizio. Tutti quanti rimasero profondamente commossi. Ruth scese dal palco tutta sanguinante e con emorragie interne. Il medico della prigione fece un esame molto sbrigativo e firmò un documento secondo il quale Ruth, oramai inesorabilmente malata, sarebbe morta molto presto. Così fu rilasciata. Ma il giorno dopo Ruth miracolosamente si alzò dal letto e si mise nuovamente a predicare e visitò i responsabili delle comunità familiari per incoraggiarli. Il Signore la sanò completamente da ogni emorragia, e da qualsiasi ferite interne. Era sempre rattristata per la carenza di Bibbie. Amava cantare e scrisse una canzone un motivetto:
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