Questa domanda presuppone che il vino creato da Cristo durante le nozze di Cana (Giovanni 2:1-11) fosse fermentato e quindi alcolico. Come vedremo esaminando attentamente le circostanze, è probabili che non fosse così.
Il vino è stato prodotto fin dall’antichità e nella Bibbia è citato per la prima volta in relazione all’ubriachezza di Noè (Genesi 9:21), che a sua volta spinse suo figlio Cam a peccare. La vite fornì all’uomo una delle prime fonti sia di zucchero, tanto necessario alla salute, che di alcol, tanto dannoso per la salute.
Il “sangue dell’uva” (Deteuronomio 32:14) di per sé non solo innocuo, ma anche dolce e salutare. Il vino diventa nocivo solo che gli zuccheri dell’uva, attraverso il processo di fermentazione causato da batteri che si formano sulla buccia degli acini, si trasformano in alcol e biossido di carbonio. Essenzialmente la fermentazione è un processo di decomposizione in cui le molecole complesse di zucchero si decompongono e diventano molecole più semplici di alcol. A temperatura corporea lo zucchero assimilato nell’organismo non dà luogo a questo tipo di decomposizione e piuttosto costituisce la prima fonte di energia per le attività fisiche. L’alcol, invece, è esso stesso causa di deperimento fisico perché entra non assimilato nel flusso sanguigno e di conseguenza attacca il sistema nervoso e tutto l’organismo, causando danni ovunque e, alla fine, se se ne ingerisce troppo, può causare anche la morte.
Nell’Antico Testamento due termini ebraici (tirosh e yayin) sono tradotti con “vino”, ma il primo indica il succo fresco dell’uva e il secondo il succo fermentato o decomposto. In greco, invece, si usa la stessa parola (oins) per indicare entrambe le cose. Perciò, il termine “vino” utilizzato nel Nuovo Testamento può indicare sia il “frutto fresco della vite” che il prodotto che si ottiene con la decomposizione, a seconda del contesto. Qualcosa di simile si ha nell’inglese moderno a proposito del termine “sidro”, che serve a indicare sia il sidro non fermentato che quello fermentato, secondo quel che richiede il contesto. Esistono molti testi antichi di letteratura, sia ebraici che greci, che parlano dell’uso abituale da parte delle persone di quei tempi sia del vino fermentato che di quello non fermentato.
E’ importante notare che la Bibbia non approva mai il consumo del vino o di altre bevande alcoliche, anzi contiene numerosi avvertimenti contro queste cose, come per esempio: E non v’inebriate di vino; esso porta alla dissolutezza; ma siate ripieni dello Spirito (Efesini 5:18). Una traduzione più precisa della prima frase è: “Non cominciate a inebriarvi di vino, esso porta alla dissolutezza!”, Il termine “methusko” utilizzando in questo versetto significa “cominciare a inebriarsi” piuttosto che semplicemente “inebriarsi”, quindi in questo versetto si ordina chiaramente di astenersi dall’alcol.
Allo stesso modo in Proverbi 23:31 si ordina: “Non guardare il vino quando rosseggia,
quando scintilla nel bicchiere e va giù così facilmente!” Ci sono anche molti altri avvertimenti contro le bevante alcoliche e soprattutto contro l’ubriachezza. Ed è chiaro che anche poche quantità di alcol producono almeno un minimo di ubriachezza, cioè una diminuzione delle inibizioni, della vigilanza ecc. Nel caso in cui Paolo permise a Timoteo (1 Timoteo 5:23) di usare il vino per motivi medici probabilmente si trattava di succo d’uva, ma in ogni caso non poteva contraddire gli avvertimenti ripetuti della Bibbia contro il consumo di alcolici.
E’ importante notare che, istituendo la Cena del Signore, Gesù si assicurò sempre di usare la frase “frutto della vigna” invece che il termine “vino” per evitare di essere frainteso L’alcol, che è il prodotto della putrefazione e della decomposizione, e quindi è il simbolo perfetto della morte, sicuramente non può rappresentare l’eccellenza del sangue del Signore Gesù che dà la vita, simboleggiato dal calice sulla Sua tavola. Per di più, Gesù mise spesso in guardia contro l’ubriachezza (Luca 21:34; 12:45).
E’ molto improbabile, dunque, che durante le nozze di Cana Gesù avesse creato una sostanza che avrebbe causato ubriachezza! Gli ospiti avevano già finito le abbondanti scorte di vino disponibile e in realtà erano già ubriachi (l’espressione in Giovanni 2:10 tradotta letteralmente sarebbe: “Hanno bevuto molto”). Gesù trasformò circa 700 litri d’acqua in altrettanti di vin buono (Giovanni 2:6, 10) e se fosse stato vino alcolico, visto che gli ospiti erano già ubriachi e chiedevano dell’altro vino, sicuramente avrebbe trasformò la festa di nozze in una rissa di ubriachi! Non c’è da stupirsi se Gesù rimproverò Sua madre, che gli chiese di fare questo miracolo, dicendole: “Che v’è fra me e te, o donna (Giovanni 2:4)? O, più letteralmente: “Cosa abbiamo in comune io e te?”.
In realtà, il vino creato da Gesù era vino fresco! Non era vino vecchio, o decomposto, come avrebbe dovuto essere se fosse stato alcolico. Non c’era tempo affinché il processo di fermentazione facesse decomporre la struttura degli zuccheri, portatori di energia, in alcol distruttivo. Pertanto, questo miracolo fu qualcosa di confacente alla Su gloria ed era appropriato farlo come primo fra i Suoi grandi miracoli (Giovanni 2:11)
Martyn Clark
Ferrentino Francesco La Manna | Notiziecristiane.com
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