L’attendibilità storica del Quarto Vangelo iniziò a trovare dei dubbi a cominciare dal XVIII e XIX secolo.
A ciò hanno contribuito diversi fattori:
“Vi sono differenze descrittive della vita e del ministerio di Gesù data dai Vangeli Sinottici e quella del Quarto Vangelo, per molti avvenimenti significativi che presentano omologhi nei Vangeli Sinottici (per es., il dialogo con Nicodemo, i discorsi di addio rivolti da Gesù ai suoi discepoli nei cap. 13-17). Un’altra distinzione tra il Quarto Vangelo ed i Vangeli Sinottici sono i viaggi riportati che fece Gesù, di fatti i Vangeli Sinottici riportano solamente un viaggio a Gerusalemme, mentre nel Quarto Vangelo possiamo accurare che ne sono riportati cinque. Vi sono differenze sostanziali anche nel modo in cui sono stati scritti, nei Vangeli Sinottici l’insegnamento di Gesù è riportato soprattutto nella forma di brevi aforismi e con un frequente uso di parabole, mentre nel Quarto Vangelo prende la forma di lunghe conversazioni o di estese trattazioni”.
Alla luce di ciò si afferma che se l’evangelista conosceva i Vangeli Sinottici, allora queste divergenze dai Sinottici rendono sospetta l’attendibilità storica del Quarto Vangelo. Il linguaggio, altro fulcro di discussione, rimanda a quello usato nelle lettere di Giovanni, sicchè persino il modo in cui Gesù parla è simile a quello di chi ha redatto le lettere di Giovanni. Vi è presente inoltre una grande differenza, ovvero che il linguaggio del Quarto Vangelo è ellenistico, composto da una comunità greca datato nella seconda metà del secondo secolo d.C. e ciò determina che non può essere stato scritto da uno dei discepoli di Gesù.
Osservazioni come questa hanno spinto l’opinione erudita dominante alla fine del XIX secolo a sostenere che erano i Vangeli Sinottici, e non il Quarto Vangelo, a darci la testimonianza originale della vita di Gesù. Il contributo del Quarto Vangelo era teologico piuttosto che storico, dato che il suo sfondo culturale era ellenistico piuttosto che giudaico, ed era stato scritto nella seconda metà del secolo per rivelare il messaggio del Vangelo con un linguaggio conciliabile con la filosofia greca. Furono presenti anche approfonditi riesami dell’evidenza storica, come quello condotto da Westcott il quale combatteva questo punto di vista, ma nonostante ciò continuò a dominare sugli studi eruditi ciò che fu stipulato durante il XIX secolo. Subentrato il XX secolo emerse da diversi fattori che hanno fatto cambiare direzione allo studio del Quarto Vangelo e dato luogo ad un maggior rispetto per la sua attendibilità storica. Israel Abrahamas, docente di cultura rabbinica all’Università di Cambridge ed ebreo ortodosso, disse alla società teologica dell’Università: Per noi, il Quarto Vangeloè il più ebraico dei quattro”. Tale affermazione può avere il sostegno di molti riferimenti e numerose allusioni al Vecchio Testamento presenti nel Quarto Vangelo (per es. Giovanni cap. 10). Da ciò emergono sia la conoscenza particolareggiata delle festività giudaiche e dei loro simbolismi riflessa nei siscorsi di Gesù. Le innegabili differenze tra i Vangeli Sinottici e il Quarto Vangelo si spiegano meglio se ci si rende conto che l’evangelista ha in granparte lavorato in modo indipendente dai Sinottici. Nel 1938 Gardiner Smith osserva: l’evangelista non conosceva nemmeno i Sinottici e perciò non poteva essere stato colpevole di volerli “imbellire” o modificarne alcune parti. Non tutti gli studiosi hanno seguito questi orientamenti, ma l’ebraicità del Quarto Vangelo è largamente riconosciuta, e le sue rivendicazioni di affidabilità storica sono ora considerate con più attenzione.
Marco Lanzarotta | Notiziecristiane.com
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