Qual’è una delle condizioni indispensabili per avere un rapporto ed un dialogo con Dio?

i-dieci-comandamentiNon pronuncerai il nome del tuo Dio invano. Dal terzo comandamento inizia a riferirsi in terza persona. Molti si chiederanno perchè…

 Il terzo comandamento

Qual’è una delle condizioni indispensabili per avere un rapporto ed un dialogo con Dio?-

La struttura della Creazione avviene attraverso la promulgazione della PAROLA, Dio crea attraverso questa, e ciò avviene attraverso degli atti estremamente chiari, cioè Dio crea attraverso degli ATTI DI SEPARAZIONE, separa la luce dalle tenebre, la terra dall’acqua il giorno dalla notte. Questa separazione avviene anche attraverso dei limiti, creando dei limiti cioè ogni cosa assume una sua identità una sua funzione ed una sua parte all’interno del Cosmo. Dio, attraverso la PAROLA, genera atti di separazione e crea dei limiti trasformando il caos in ordine.

Tuttavia l’uomo viene creato a sua immagine e somiglianza. Attraverso l’Uomo, Dio crea una sua peculiarità in cui si può rispecchiare e termina la Sua creazione con l’uomo dicendo che è cosa molto buona. Quindi nella creazione dell’uomo non c’è questo atto di separazione e non ci sono quindi questi limiti, dopo avere separato la materia organica e soprattutto inorganica, Dio attraverso l’uomo crea invece una possibilità di contatto con la sua creazione in quanto appunto l’uomo è a sua immagine e somiglianza. Il primo atto di limite che Dio dà all’uomo è nel giardino dell’Eden quando gli vieta di mangiare il frutto della conoscenza del BENE e del MALE ma non lo fa attraverso la parola come in passato ma attraverso un comando cioè in questo senso la PAROLA è diversa: comanda all’uomo di non mangiare dell’albero della conoscenza del BENE e del MALE perché se no sarebbe diventati come lui. Come sappiamo avviene che Adamo ed Eva mangiano il frutto proibito e l’ordine creato inizialmente da Dio viene completamente sovvertito e si torna al caos e alla maledizione. I limiti che Dio pone come comando nel giardino dell’Eden di separazione fra l’Uomo e la Divinità sono un fatto fondamentale nella Bibbia, e lo ritroviamo nel terzo comandamento cioè non pronunciare il nome di Dio invano potrebbe essere interpretato come un’ulteriore limite che Dio pone all’uomo cioè una separazione  tra la parte trascendente e quella immanente di Dio cioè tra Dio e l’uomo. Questa separazione è una delle condizioni indispensabili per avere un rapporto e un dialogo con Dio. Di fatto due Entità per entrare in comunicazione devono essere separate. Ogni qualvolta nella Bibbia l’uomo cerca di trasgredire questi suoi limiti si torna al caos, come nel caso della torre di Babele e tante altre occasioni di quando l’uomo non prende atto della sua identità si torna nel caos e questo è una delle possibili interpretazioni in chiave non rigorosa.

Solo i primi due comandamenti sono in prima persona. Perchè?

Davanti alla montagna infuocata, il popolo riteneva che il Santo Benedetto non avendo labbra non potesse parlare, invece, come spesso accade, ciò che riteniamo essere un limite si rivela essere una possibilità. “Il Signore pronunciò tutte queste parole dicendo…” , questa espressione, come ci spiega Rashì, sta a significare che tutti i comandamenti furono pronunciati dal Santo Benedetto in un unico istante con un unico suono, cosa impossibile se il Santo Benedetto avesse avuto labbra umane.

Tutto ciò che il Creatore voleva comunicare ad ogni uomo presente passato e futuro fù pronunciato sul Sinai, ogni profezia che i profeti avrebbero espresso, ogni racconto, ogni Legge e ogni spiegazione fu pronunciata in quell’istante.

Successivamente Dio iniziò a ripetere i primi due ma il popolo ne fù atterrito e spaventato e temendo di non potere sopportare a lungo la Santità della voce di Dio, chiese a Mosè di intervenire e promulgare i rimanenti otto con la sua voce.

Questo è il motivo per cui i comandamenti dal terzo in poi sono scritti in terza persona.

Abbiamo quindi udito direttamente da Dio i comandamenti che riguardano l’esistenza di Dio e il culto dell’idolatria, che sono quindi permeati nelle nostre cellule e che non sono in qualche modo realtà o verità raggiungibili attraverso la logica attraverso la filosofia attraverso il ragionamento. Questo è il motivo per cui l’esistenza del Santo Benedetto e il culto degli dei degli altri non sono una questione di fede ma un elemento della storia. Il fatto che Dio abbia parlato e che il popolo abbia udito vuol dire che la prova storica dell’esistenza di Dio la abbiamo avuta in modo diretto, empirico.

Fratello Dario: Qarev.com/

Accademia Jeshua Europa

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