Punire i rom non si può. Qualsiasi cosa facciano. Si riempiono la bocca di buonismo, a sinistra. Se critichi i rom, parte il “dagli al razzista”.
I residenti che protestano per la presenza dei campi nomadi sono considerati «intolleranti» e «violenti». N0n si può nemmeno pronunciare la parola «zingaro», apriti cielo, si rischia la ghigliottina mediatica. Ma quando poi si pone una questione seria per tentare di mettere i paletti, ecco che le truppe buoniste della sinistra si voltano dall’altra parte, perché i rom possono fare tutto e non devono essere disturbati. E l’accattonaggio molesto è una questione seria, non solo per i danni che provoca alle persone ma soprattutto per l’impiego dei minorenni, spesso bambini rom, che vengono mandati in giro per le città e «devono» tornare con un bel gruzzolo, altrimenti sono botte.
È razzismo punire i rom che commettono reati
È razzismo dire questo? No, anzi. Ma la sinistra, messa alla prova del voto in Parlamento, ha deciso che l’accattonaggio molesto non va perseguito e pazienza per i minori. In sostanza, punire i rom non si può. «Difendono i nomadi e i clandestini, sono lo scandalo del Parlamento», ha dichiarato il leghista Roberto Simonetti, dopo la bocciatura dell’emendamento che prevedeva pene, sanzioni accessorie pecuniarie e sequestro delle elemosine.
Il reato di accattonaggio molesto è un nodo da sciogliere
Ma c’è anche un equivoco che non consente di perseguire. È vero che nel 1995 la Corte costituzionale ha abrogato il reato di accattonaggio. Ma aveva anche puntualizzato che la richiesta di elemosina era lecita purché «di umana solidarietà che non intacca né l’ordine pubblico né la pubblica tranquillità». Il che è già significativo. Inoltre, il codice penale vieta la riduzione di persone in schiavitù e l’impiego di minorenni per i quali poi si configura reato quando vengono maltrattati, inibiti alla frequenza scolastica o li si obblighi a vivere in condizioni non adeguate. Per la sinista tutto questo vale, tranne per i nomadi.
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