Nella laica Francia le confessioni religiose non sono solite schierarsi politicamente. Segnando un cambio di passo, in questa campagna presidenziale che vede tra i protagonisti Marine Le Pen del “Front National”, i protestanti dicono da che parte stanno.
(ve/nev) “Una vittoria del ‘Front National’ sarebbe una vergogna per la Francia”: il pastore François Clavairoly, presidente della Federazione protestante di Francia (FPF), già all’inizio dell’anno e senza mezzi termini, aveva messo in guardia dalle logiche populiste dell’estrema destra. Nella laica Francia non succede spesso che un uomo di fede entri a gamba tesa in una campagna elettorale presidenziale. Ma stavolta è diverso, dice Clavairoly, “di fronte a certi comportamenti bisogna agire! E noi come protestanti, che tanto abbiamo contribuito alla vita democratica di questo paese, possiamo indicare delle piste”.
François Clavairoly
Pensare al bene comune
“Oggi – dice il pastore – come protestanti siamo interpellati relativamente alla nostra capacità di pensare la nostra società come un bene comune, un bene che va animato con creatività e speranza”. In particolare, punta il dito contro una campagna politica che ha perso la sua “dinamica di inclusione”. Per Clavairoly, in queste elezioni è in ballo il futuro del “vivre ensemble”, della convivenza nel rispetto delle differenze. In una recente intervista al servizio radio della FPF ha dichiarato: “Come chiese il nostro ruolo è quello di rimanere vigili: se le istituzioni della Repubblica sono laiche, non dimentichiamo mai che la società non lo è. Essa è composta da cittadini in carne ed ossa, che hanno le loro convinzioni, e che devono potersi esprime liberamente nello spazio pubblico”.
Come chiese il nostro ruolo è quello di rimanere vigili
No all’astensionismo
Anche il pastore Laurent Schlumberger, presidente del Consiglio della Chiesa protestante unita di Francia (EPUdF) – che conta 250mila membri luterani e riformati – con un comunicato stampa diffuso ieri ha messo in guardia da una vittoria di Marine Le Pen. Senza mai nominare espressamente né lei, né il suo partito politico, Schlumberger dice di non poter escludere che possa accadere “una catastrofe”. Nel quadro attuale “siamo di fronte ad una doppia tentazione dell’astensionismo da una parte, e del pensiero nazionalista e xenofobo dell’estrema destra dall’altra”. Per il pastore riformato “parlare oggi di preferenza nazionale e di fuoriuscita dall’Unione europea significa riallacciarsi ad un periodo tragico della nostra storia”. Invece chiama al “coraggio della fratellanza”.
Laurent Schlumberger
Incontri con i candidati
Non è da meno il settimanale dei protestanti francesi “Réforme”, che già a febbraio in un editoriale a firma della co-direttrice Nathalie Leenhardt, titolava: “Far fronte al Front National”.
In queste settimane la FPF sta organizzando presso la propria sede parigina incontri diretti con i candidati all’Eliseo, un’iniziativa intitolata “La politica in verità” alla quale ha già partecipato Emmanuel Macron, fondatore del movimento “En Marche”. A fare da filo conduttore per la discussione è un testo di 10 punti particolarmente cari ai protestanti, primo fra tutti la laicità.
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